Guarda a Nord-Est ma, soprattutto, a Est, il prossimo Congresso Mondiale delle Famiglie. Verona, che ospiterà l’evento presso il Palazzo della Gran Guardia, dal 29 al 31 marzo 2018, è la città simbolo del rinnovato impegno pro life italiano. L’amministrazione scaligera, infatti, con mozione votata a larga maggioranza, si è autoproclamata Città a favore della vita, impegnandosi in provvedimenti per il rilancio demografico e la limitazione del ricorso all’aborto, e proponendosi come Comune all’avanguardia e punto di riferimento per tutte le comunità pro life nazionali.
Politici, associazioni e rappresentanti della società civile si confronteranno per tre giorni sui seguenti temi: la bellezza del matrimonio; i diritti dei bambini; ecologia umana integrale; la donna nella storia; crescita e crisi demografica; salute e dignità della donna; divorzio: cause ed effetti; politiche aziendali per la famiglia e la natalità. Il Congresso Mondiale delle Famiglie, si concluderà con una marcia delle famiglie per la famiglia, nel centro di Verona, nel primo pomeriggio di domenica 31 marzo.
Tra i soggetti aderenti: il Comitato Difendiamo i Nostri Figli; Generazione Famiglia; Pro Vita Onlus; CitizenGO; il vicepremier Matteo Salvini; la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni; il sindaco di Verona, Federico Sboarina; il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia; il ministro per la Famiglia e la Disabilità, Lorenzo Fontana. Molte le presenze dall’Europa dell’Est: il presidente della Moldavia, Igor Dodon; il segretario di Stato e Ministro per la Famiglia ungherese, Katalin Novak, l’ambasciatore polacco in Italia, Konrad Glebocki. Da segnalare, tra i rappresentanti ecclesiastici, Sua Beatitudine Ignace Joseph III Younan, patriarca della Chiesa Siro-Cattolica, e il fondatore e presidente dell’associazione Meter, don Fortunato Di Noto.
L’esperienza dei Paesi dell’Est risulterà di notevole interesse, in considerazione del successo delle loro politiche demografiche, in particolare in Ungheria, la cui prassi potrà risultare utile a Paesi particolarmente in crisi come l’Italia. È proprio l’Italia, in quanto nazione ospitante, a essere investita di una significativa responsabilità: siamo probabilmente il Paese europeo più indietro in fatto di politiche familiari e, al tempo stesso, siamo il Paese dove, da sempre, la famiglia è più antropologicamente radicata e, più che altrove, riveste funzioni di vero e proprio welfare e ammortizzatore sociale.
Inoltre, se è vero che, con l’attuale governo, i pericoli di una deriva a-valoriale e dannosa per la famiglia sono momentaneamente dietro l’angolo, è anche vero che l’ideologia del gender e della maternità surrogata continuano a essere veicolati dagli istituti educativi, dai media e dalla magistratura, inducendo a non abbassare la guardia e a elaborare strategie di “attacco” e non più solamente di “difesa”. Alla luce degli scenari descritti, Verona 2019 rappresenta