“Penso che chi voti Pd non meriti questa polemica continua, le minacce di scissione, la lotta costante di chi ogni giorno spara ad alzo zero”. Lo scrive l’ex premier Matteo Renzi nella E-news con la quale conferma poi la riunione della direzione del partito per il 13 febbraio. Renzi si dice pronto a qualsiasi confronto pubblico e democratico, a patto però che sia rispettoso delle regole e dello statuto interno. “ Ho chiesto – prosegue - alla presidenza del partito di allargare gli inviti a tutti i parlamentari e ai segretari provinciali. Almeno ci parliamo chiaramente, in faccia, di tutto".
Il segretario Pd poi ritorna sulle divisioni interne e sul perché non è stato anticipato il congresso dando la sua versione di quanto è successo all’indomani della sconfitta nel referendum di riforma costituzionale che ha avuto come conseguenza anche quella di riproporre in maniera pesante e quasi drammatica il problema della leadership all’interno dei Dem con la richiesta ripetuta di convocazione delle assise evocando addirittura lo spettro di una possibile scissione. “Dopo il referendum – prosegue ancora l’ex Presidente del Consiglio - proponiamo il congresso. Ci viene detto di No: "Meglio evitare la conta, altrimenti sarà una rissa".
Ma noi accettiamo in nome della pace interna e manteniamo la scadenza congressuale per il dicembre 2017 come previsto dallo Statuto. Venti giorni dopo ci viene chiesto di fare primarie per "rendere contendibile la linea del partito", altrimenti sarà scissione. In nome della pace interna accettiamo anche le primarie, ma ci viene comunicato - rigorosamente via interviste e via talk-show - che non bastano neppure queste. È abbastanza difficile orientarsi in questo labirinto di polemiche per gli addetti ai lavori, figuriamoci per un cittadino fuori dai giochi della politica”.