Pronto a dare vita a una “altra lista” se Renzi forzerà la mano e farà cadere il governo Gentiloni. Un altro partito della sinistra che, assicura, “supererebbe il dieci per cento” nel caso in cui l'ex premier dovesse portare il Paese al voto senza da una parte dare il tempo al Parlamento di armonizzare le leggi elettorali e dall’altra di convocare il congresso del partito. Rimane altissima la tensione all’interno del Pd e a portare avanti la durissima offensiva contro i Renziani è ancora una volta Massimo D’Alema che dopo il “liberi tutti” di appena due giorni evoca di nuovo lo spettro della scissione all’interno del partito affermando che se nascesse un nuovo schieramento della sinistra in Italia “in modo serio, coinvolgendo le forze che siano disponibili a farlo, certamente supererebbe il dieci per cento dei voti. Abbiamo fatto fare delle ricerche che lo confermano. Ci sono tra i tre e i cinque milioni di elettori di sinistra che non votano più per il Pd, quelli si sono già scissi. Ha ragione però Michele Emiliano quando dice che sarà Renzi a fare la scissione: se non celebrerà il congresso, sarà lui che imporrà una frattura nel partito”.
Intanto continua fortissima la mobilitazione dei contrari alla linea dell’ex premier che sta spingendo freneticamente per andare al voto già nel prossimo giugno e senza passare dalle assise congressuali. Dalla Puglia il presidente della Regione Michele Emiliano annuncia su Facebook la nascita di una piattaforma online, primailcongresso.it: “Chiediamo – spiega nell’appello - che il Congresso si svolga prima delle elezioni politiche, attraverso un referendum aperto agli elettori. Per farlo dobbiamo raccogliere 20mila firme tra gli iscritti al Pd. Esiste un’Italia della quale nessuno parla e alla quale il Partito Democratico deve rivolgere lo sguardo. Invece negli incontri di partito di quest’Italia non si parla o se ne parla in maniera collaterale, non come se fosse il centro delle nostre preoccupazioni. Il Pd è nato non per difendere gli interessi di pochi potenti ma, al contrario, per dare voce e rappresentanza a chi da solo non conta niente e i cui interessi, sommati, costituiscono il bene comune”.
Una petizione è anche la strada scelta dal Enrico Rossi attraverso change.org (https://www.change.org/p/pd-prima-il-congresso-primailcongresso). “Abbiamo bisogno di una discussione urgente e approfondita per elaborare un nuovo programma del Pd per l'Italia - spiega il Governatore toscano -. La sconfitta al referendum ha rivelato l’immagine di un Paese profondamente diviso: centro e periferie, inclusi ed esclusi, padri e figli. In questo contesto la strategia finora seguita dal nostro partito rischia di approfondire sempre di più queste fratture già gravi”.