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Renzi lancia il suo blog: "Un luogo dove camminare verso il futuro”

Nel primo post rivendica i risultati del suo Governo ma non fa alcun cenno alle difficoltà del Pd

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Dopo la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre, l' abbandono di Palazzo Chigi e un periodo di riposo, Matteo Renzi ha ripreso la propria attività politica concentrandosi sul Partito di cui è segretario: un Pd che sta attraversando una fase molto difficile con un calo vistoso del tesseramento, diverse strutture commissariate e un congresso che sta partendo con un numero di candidati a segretario già molto alto. 

Tra le iniziative di rilancio Renzi ieri ha annunciato la creazione di un blog che vuole essere “un luogo dove camminare verso il futuro”.

“Ci sono molti modi di cominciare. E di ricominciare. Chi è cresciuto con l’esperienza scout sa che il modo più bello è mettersi in cammino” ha scritto Renzi nell’incipit di presentazione del blog. “Un cammino fisico, fatto di passi, incontri, sguardi. Con vecchi amici che non vedi da tempo, perché finalmente hai più tempo per te e per loro. Con nuovi luoghi da osservare, scrutare, toccare per la prima volta, come mi è accaduto a Scampia qualche giorno fa”.  Ma oltre ai luoghi fisici Renzi ribadisce l’importanza del web in politica ed è per questo che scrive che “il cammino” è anche “cammino virtuale e condiviso di una comunità”.

L’ex Presidente del Consiglio rilancia poi la sua visione ottimista del futuro. “Ci sono milioni di italiani che hanno un’idea chiara e bella del futuro dell’Italia. Con tutte le difficoltà che nessuno vuole negare. Questi milioni di italiani non si arrendono alla rassegnazione. Io voglio camminare con loro”. “Ci sono dei momenti — nella vita di un Paese — in cui il futuro sembra scomparire, continua Renzi -. Tutto diventa schiacciato sul presente. Sognare sembra vietato, progettare impossibile, avere idee una colpa. Vale solo il presente indefinito, dove l’unica cosa che conta è non disturbare la rendita di chi ha sempre fatto in un certo modo e vuole continuare a fare così”. In questo passaggio non difficile individuare l’accusa a quelli che lui, da destra a sinistra fino a dentro l Pd, ha sempre definito conservatori  e difensori di rendite di posizione.

Renzi, poi, afferma anche di essere disposto a fare autocritica e “a ogni verifica sul passato” ma al tempo stesso rivendica i risultati del suo Governo. “Noi siamo quelli che hanno da offrire mille giorni di lavoro al Governo, che hanno portato tanti risultati. Con alcuni errori, certo, ma nella stragrande maggioranza abbiamo fatto passi in avanti per noi e per il Paese”.

Secondo il segretario del Pd, “oggi l’Italia ha qualche diritto in più e qualche tassa in meno: dal Cantiere sociale ai diritti civili fino agli 80 euro o all’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Ha attraversato, indenne dal terrorismo, eventi come Expo e Giubileo mentre in altre zone d’Europa le cose andavano diversamente”. Renzi in particolare rivendica i suoi risultati in campo economico e sul lavoro affermando che l’Italia ha “recuperato in tre anni 600mila posti di lavoro, di cui tre quarti a tempo indeterminato ed è passata dal meno due per cento del PIL 2013 al più uno per cento di oggi”. “Ha sbloccato opere pubbliche ferme da decenni -continua il segretario Pd- e ha iniziato l’operazione banda larga che cambierà il volto delle città. Ha investito nelle periferie, nello sport, nelle scuole, nelle imprese, nei musei e nei teatri perché con la cultura si definisce l’identità di un popolo. Noi siamo fieri dei nostri mille giorni”.

Secondo Renzi, tuttavia, non si può vivere politicamente di rendita e scrive: “Ma, ragazzi, anche basta. Quello è il passato, ormai”. L’obiettivo sembra essere quello di ripartire dai milioni di SI al referendum costituzionale senza negare che “sconfitta al referendum ci ha fatto male”.

“Con le riforme -  conclude - , volevamo un Paese più semplice e più forte: è andata male. Volevo tagliare centinaia di poltrone e alla fine l’unica che è saltata — come era giusto e doveroso che fosse  —  è stata la mia. Ma anche quella sconfitta appartiene al passato. E ci sono milioni di italiani, milioni, che hanno votato “sì” e che vogliono vedere tornare il futuro”.  Infine lancia anche un segnale di distensione verso la minoranza e chi non ha sostenuto la riforma costituzionale: “Questo Blog non è solo mio, è di tutti loro. Ed è anche di chi ha votato “no” ma ha voglia di dare un contributo, di discutere, di confrontarsi”. 

Bisogna ora vedere in che modo Renzi utilizzerà in futuro questo nuovo strumento che è certamente più riflessivo di un tweet, di un post o una foto su Facebook ai quali ci aveva abituato .E bisognerà anche capire in che modo le varie componenti del Pd accoglieranno l’intenzione di rilanciare il Pd a partire da un blog di natura personale e non del partito stesso, anche considerando che nel primo post non si fa alcun cenno proprio alle difficoltà organizzative e di radicamento territoriale che i dati sulle tessere hanno messo in evidenza.

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