La prima apparizione di Paolo Gentiloni in televisione, con Fabio Fazio su Che tempo che fa.
L’intervista parte con l’emergenza del Centro Italia: Gentiloni ha annunciato che per gestire meglio la situazione è necessario dare poteri straordinari alla Protezione Civile e al commissario per la ricostruzione, Vasco Errani. “Non possiamo avere strozzature burocratiche” afferma “dobbiamo dare un segnale di accelerazione forte e chiaro ai cittadini” tra i quali “si è diffusa la disperazione”.
Ha continuato dicendo “abbiamo un doppio nemico: la lentezza e la corruzione” “Attenzione a scatenare questa voglia di trovare un capri espiatori. Temo di lasciarci andare, temo un paese incattivito, che cerca subito il giustiziere e il capro espiatorio. La verità serve a far funzionare le cose, non a cercare vendette.”
L’argomento si sposta poi sull’aspetto economico: non saranno toccate le pensioni, la “rigidità degli zervirgola non ha senso, troveremo una soluzione con Bruxelles nei prossimi mesi”.
Sull’elezione di Trump è deciso: ci sarà una collaborazione, ma i valori fondamentali per l’Italia e per l’Europa, quali la città aperta e l’accoglienza, “sono valori nei quali ci riconosciamo e ai quali non rinunceremo.”
Per la legge elettorale “C’è molto da fare. In quanto tempo non lo decide Paolo Gentiloni, lo deciderà il Parlamento”.
Sugli obiettivi del governo Gentiloni, c’è una sorta di continuità con Renzi, per l’aspetto riformativo, ma Gentiloni non è Renzi “La discontinuità è ovvia”. “Voglio dare attuazione delle riforme del governo precedente. Già abbiamo dato attuazione a scuola e unioni civili. Ora lavoriamo su tre cose: primo su chi è danneggiato dalla globalizzazione, pensiamo al reddito di inclusione. Poi dobbiamo accompagnare la ripresa e ci sono mille misure da prendere, dalla giustizia alla concorrenza. Infine il lavoro, concentrandosi soprattutto su giovani e Sud”