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Pd, finito il congresso delle correnti dopo la sconfitta

Un congresso dove i partecipanti hanno rischiato di prendere un raffreddore tante le correnti a cui erano esposti

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Una polmonite forse è quello che si è rischiato ad aggirarsi nella sala della riunione del  Pd dopo la sconfitta del referendum.

Tante a giochi fatti le correnti che lo compongono e che non sono esattamente in armonia tra loro.
Iniziamo dalla maggioranza renziana  tra questi naturalmente i fedelissimi di Matteo Renzi Maria Elena Boschi, Lorenzo Guerini, Debora Serracchiani e Luca Lotti, da distinguere  dai 'cattorenziani', come Graziano Delrio a Matteo Richetti e Angelo Rughetti, che non si sono mai realmente staccati dal leader.

Area Dem  facente capo a Dario Franceschini, che sostenne Renzi e il suo sostituirsi a Letta  ed l’area più numerosa. Tra i suoi componenti  Senato Ettore Rosato e Luigi Zanda.

 Giovani Turchi   con a capo il ministro Andrea Orlando e dal presidente del partito Matteo Orfini. Al congresso del 2013 sostenevano Gianni Cuperlo, poi sono entrati nella maggioranza del partito.

Sinistra e Cambiamento , componente  guidata da Maurizio Martina che si è distinta dalla  minoranza del partito,  sostenendo l'Italicum,  e il Sì al referendum.

Sinistra riformista  questo è il terreno dell’ex segretario Bersani che fa capo a Roberto Speranza, schierata per il No al referendum.

Sinistra Dem : è l'area  di Gianni Cuperlo che dopo le modifiche all'Italicum, si è schierata per il Sì al referendum costituzionale.

Rete Dem : sono  coloro d’accordo con Pippo Civati ma non sono usciti come loro fuori dal Pd, anche se sono fuori dalla maggioranza del partito. Tra  questi Sandra Zampa e il senatore Sergio Lo Giudice.

Popolari :  sono guidati da Beppe Fioroni, che al congresso avevano appoggiato Cuperlo, non sono entrati negli organi di partito e quindi nella maggioranza, ma sono considerati vicini ai 'cattorenziani' e hanno sempre sostenuto Renzi, dal jobs act alle riforme.

Outsider :  vedi il  presidente della Toscana Enrico Rossi, già formalmente candidato alla segreteria, al presidente della Puglia Michele Emiliano, che si è schierato sul No al referendum, sono soggetti che al momento sono fuori da altre correnti ma potrebbero entrare in gioco al prossimo congresso.

 

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