Scenari post-referendum. Come uscire dal tunnel della crisi politica.
La volontà temporeggiatrice di Sergio Mattarella era apparsa già chiaramente in una nota diffusa nel primo pomeriggio: il voto referendario è stato una nuova, entusiasmante dimostrazione della vitalità della democrazia italiana, ma ora, allo stato attuale, è necessario innanzitutto far sì che ci siano tutte le condizioni per rispettare le scadenze più urgenti che la politica impone. Erano passate da poco le 12.00 di stamani, l’orario del primo faccia a faccia tra il capo dello Stato e il premier dimissionario Matteo Renzi, Questi, aveva ribadito la sua intenzione – irrevocabile – di mollare, in conformità ai propositi espressi con fermezza già prima del referendum. L’altro gli aveva fatto capire, senza troppi nascondimenti, che, in effetti, ci sarebbe ancora bisogno di lui; quantomeno, ci sarebbe bisogno di un esecutivo già pronto per le “formalità” (irrinunciabili) legate alla legge di bilancio.
Ore 20.00 circa: ventiquattr’ore dopo l’apocalisse, lungo le fredde strade romane sembra essere tornata la solita calma indolente. Nonostante i politici del No trionfante continuino ad imperversare in televisione ad ogni minuto, pronti ad aggiungere anche una sola parola in più al de profundis renziano generale, fuori, in giro per la capitale, di voci anti-Renzi già non se ne sentono più (se si eccettua un piccolo gruppo di ragazzi; qualcosa di più è successo invece a Bologna, dove in piazza Maggiore sono state bruciate alcune bandiere del Comitato per il sì). Al termine di un Consiglio dei ministri lampo, la sua auto d’ordinanza sfreccia per raggiungere il colle presidenziale, ma sembra quasi che già non se la fili più nessuno (stampa a parte): come se un’altra parentesi – l’ennesima - fosse stata ormai digerita.
Eppure potrebbe esserci una svolta: Mattarella, infatti, ha richiamato Renzi nella sua residenza per esplicitare in modo ancora più chiaro, se possibile, le sue intenzioni: non te ne andare, adesso. Rimanda la tua decisione definitiva a dopo aver condotto in porto la legge di stabilità.
Il presidente Mattarella, si legge in una nota ufficiale diffusa dal Colle in prima serata, “considerata la necessità di completare l’iter parlamentare della legge di Bilancio, ha chiesto al presidente del Consiglio di soprassedere alle dimissioni, per presentarle al compimento di tale adempimento”.
Dunque, se Renzi voleva passare la palla al capo dello Stato, quest’ultimo prontamente gliel’ha restituita. Mercoledì è fissata la riunione della Direzione nazionale del Pd: potrebbe essere un’occasione per capire qualcosa di più in uno scenario sempre più ingarbugliato.