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Laura Puppato a favore del Si e l’Anpi non le da la tessera

Fai campagna a favore del “Si” al referendum costituzionale? Bene, allora noi non ti diamo la tessera

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Quella che leggete nel sottotitolo è la sconcertante risposta che si è sentita rivolgere la senatrice del Pd Laura Puppato, già candidata alla primarie Dem assieme a Gianni Cuperlo e Matteo Renzi, quando si è presentata nella sezione di Montebelluna, un paesino in provincia di Treviso, per rinnovare la tessera di adesione all’Anpi.  Puppato, come tantissime altre volte era andata a rifare il cartoncino di adesione all’Associazione nazionale partigiani, ma stavolta si è trovata di fronte all’inaspettato e assurdo diniego motivato dai responsabili del circolo proprio con la partecipazione della parlamentare alla campagna elettorale in favore del quesito referendario del 4 dicembre prossimo.

In poche ore la notizia rilanciata dai social network  e da Internet ha fatto il giro dei palazzi della politica aprendo così un ulteriore fronte di polemica all’interno di un Partito Democratico che non riesce a trovare a pace sulla riforma costituzionale targata Maria Elena Boschi dopo le dure prese di posizione da un lato di Matteo Renzi alla Leopolda e dall’altro della minoranza capeggiata dai veri Bersani, Speranza e D’Alema assolutamente contrari alla riforma costituzionale nei termini voluti dal Governo.

E in un clima già abbastanza teso, questo ulteriore episodio non fa che gettare altra benzina sul fuoco di polemiche sempre più alte. Puppato, una volta ripresasi dalla sorpresa e dalla delusione non le manda certo a dire. La sua è una replica sferzante: "È una cosa incomprensibile e inaudita - dice ancora amareggiata- Qui qualcuno è uscito fuori dal seminato e non sono io. Quando i valori delle persone, le loro convinzioni, la loro storia non contano nulla e ha valore solo combattere un primo ministro giovane che si chiama Matteo Renzi si è perso il senso della misura, il senso dei valori che i partigiani ci hanno tramandato”.

La senatrice però non si ferma qui: “La cosa non comprensibile - prosegue - è che l'Anpi abbia queste posizioni a dir poco molto discutibili. Io sono iscritta da molti anni all'associazione che ha raccolto lo spirito dei partigiani, che fino a prova contraria hanno liberato il paese dal fascismo, e siccome questa riforma la sottoscrivo, ed anzi ho contribuito a redigerla, ne sono pure orgogliosa. Nessuno finora, e tanto meno il presidente Carlo Smuraglia, è riuscito a dimostrarmi che non andiamo a rafforzare i principi democratici su cui si fonda la Costituzione, grazie a una revisione dell'architettura istituzionale del Paese". Durissimo il commento del senatore Pd Stefano Esposito, che ha criticato su Twitter la decisione dell’Anpi definendola “follia stalinista". Sulla stessa linea anche il collega Andrea Marcucci, il quale si augura che l'Anpi nazionale ponga rimedio alla decisione presa dalla sezione di Montebelluna.

 

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