Il Pd non può rompersi sul referendum, sarebbe un errore enorme”. E’ l’appello “alla ragionevolezza” lanciato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi al fronte interno del partito contrario alla consultazione referendaria del 4 dicembre. “Sono preoccupatissimo – ha detto a margine di un’iniziativa di Unicoop svoltasi a Firenze - siamo in una struttura fondamentale al servizio dell’Italia, se la dividessimo e la impoverissimo a causa del referendum penso che commetteremmo un delitto verso tanti militanti e iscritti, ma soprattutto sarebbe un errore grave anche nei confronti del Paese”.
“Anche perché – ha aggiunto provando a stemperare un po’ le tensioni – mi sono candidato a fare il segretario del Pd se ci saranno le condizioni e qualche condizione mi pare che ci sia: vorrei trovare un partito vivo, altrimenti a cosa sono candidato?”. Ma Rossi ha ribadito anche la sua convinzione in una legge elettorale che non costringa alle larghe intese. “Ci vuole un meccanismo – ha proseguito - che faccia vincere una coalizione in base al diritto dei cittadini di scegliere, premiando anche se di poco chi deve governare. Tradotto in termini ancora più semplici: se dovesse capitare che il Pd non vincesse un’altra volta, sarebbe insopportabile l’idea di andare a costruire nuovamente un governo di larghe intese col centrodestra.
La prima volta ci è successo per salvare l’Italia e abbiamo perso tanti voti nei ceti popolari, la seconda volta è capitato per fare le riforme istituzionali, ora ci vorrà una legge che faccia vincere qualcuno: poi chi vince vince, se non saremo noi andremo all’opposizione. Non tornare indietro però rispetto al fatto che ai cittadini è dato il potere di decidere chi vince è meglio che non pensare a coalizioni costruite dall’alto, dopo il risultato elettorale”. Per il Governatore toscano infine si potrebbe rivedere la “nomina dei primi 100” e la dimensione dei collegi, oltre alla possibilità di stare per i capolista in uno o più degli stessi. “Collegi più piccoli – ha aggiunto - potrebbero garantire la rappresentanza perché il rapporto con il deputato diventa più diretto”. Rossi si è detto anche a favore di un premio di maggioranza alla coalizione.