“Questa riforma è sostenuta dai grandi gruppi finanziari e oligarchici, e avversata dai poteri democratici”. A Firenze per partecipare a un incontro della rassegna “Arrivano i NOstri”sui temi del referendum del 4 dicembre, Gustavo Zagrebelsky assesta un deciso colpo di clava al disegno di legge firmato dal ministro Maria Elena Boschi e sostenuto a spada tratta dal Premier Matteo Renzi.
Secondo il costituzionalista, già autore di un durissimo confronto a La7 proprio con il Capo del Governo, l’intento “Non è certo quello di cambiare il bicameralismo paritario”. La vera partita del combinato riforma-legge elettorale sarebbe invece consegnare nelle mani del vincitore un potere immenso che “poi penserebbe lui a gestire come meglio crede”. E per chiarire meglio il concetto aggiunge: “Ci vogliamo rendere conto di cosa vuol dire cinque anni di potere quasi illimitato? Cinque anni sono un’eternità, in cinque anni può dichiarare una guerra: oltretutto, con una camera sola, sarebbe anche più facile farla passare”. Per Zagrebelsky le Costituzioni devono servire a limitare “l’abuso del volto demoniaco del potere”: perché, chiosa scandendo le parole una ad una, “il potere è come il denaro: quando ne hai un po’, ne vuoi ancora di più”.
“Io – ha aggiunto - sono conservatore in materia costituzionale: penso, come dice un vecchio detto, che le Carte siano qualcosa che i popoli si danno quando sono sobri e poi modificano quando sono brilli. Questo lo si può vedere, ad esempio, nel nuovo articolo 114 riscritto e approvato nel 2001: è allora che è iniziata la corruzione del nostro linguaggio costituzionale. Dice addirittura che la Repubblica è costituita, tra gli altri, dallo Stato. Ma ci sono molte altre espressioni incredibili e strabilianti”.
Secco l’affondo finale con ulteriore attacco a Renzi: “Questa riforma serve al Pd e al suo segretario. Tuttavia non è questo il punto: il punto è la possibilità di un governo quasi senza vincoli: e io non vorrei essere governato senza vincoli né da Renzi, né da Grillo, né da Berlusconi, né da Salvini, o da chi potrà esserci. Non per costoro in sé, ma sulla base della preoccupazione che del potere si può abusare”.