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Giunta Capitolina: si tira indietro anche Tutino, possibile assessore al Bilancio

Secondo l'economista manca il sostegno politico necessario ad una giunta così importante

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ROMA – La Giunta Raggi continua ad incontrare difficoltà sul proprio cammino. Questa volta a creare problemi è il ‘passo indietro’ compiuto dall’economista Salvatore Tutino che avrebbe potuto essere nominato nuovo Assessore al Bilancio.

A darne notizia è l’Ansa che riporta le parole di Tutino riguardo la situazione nella giunta capitolina all’interno della quale sembra che non si sia creato il clima adatto al suo arrivo; l'economista afferma infatti all’Ansa: "Mi tiro indietro, sono da 20 giorni sulla graticola e  lascio per il clima che c'è all'interno del partito che dovrebbe sostenere la Giunta di Roma'
Non solo fa un accenno alla situazione bollente della giunta ma aggiunge: "Il primo che si alza batte un colpo e anche le persone animate da buone intenzioni, e serie come la Raggi, se non sono messe nelle migliori condizioni non possono fare molto".

Sempre secondo quanto riportato tra le righe dell’agenzia di stampa italiana Tutino avrebbe voluto ricoprire il ruolo di assessore al Bilancio per poter fare qualcosa di concreto a favore della propria città cercando di svolgere al meglio il lavoro da tecnico che si era prefissato.

Lo stesso economista ha affermato che si sarebbe trattato di un lavoro di squadra per poter raggiungere un risultato soddisfacente ed efficace, con un’adeguata copertura politica alle spalle. Tuttavia, ha spiegato, nonostante fossero state avanzate tutte le garanzie del caso, sono passati ben venti giorni durante i quali “mi sono trovato in mezzo ad una partita più grande di me. Una cosa che casualmente poteva riguardare anche qualsiasi altre persona”.

''Non e' un fatto di curriculum o di capacità – continua Tutino – ma sono fatti legati alle beghe politiche, in un contesto in cui tutti sono in grado di parlare e di sostenere falsità. In questo clima, che c'è all'interno del partito che dovrebbe sostenere la giunta di Roma, ho deciso di fare un passo indietro. Sono un tencico e non sono condizionato da adesione incondizionata e acritica''.

Durante tutto il discorso lo stesso economista romano ha lasciato anche trasparire del dispiacere, ritenendo una ‘bella sfida’ tutto il lavoro che avrebbe atteso lui e la giunta nei mesi avvenire. Tuttavia si lascia andare infine ad una considerazione piuttosto emblematica dicendo, sempre ai microfoni dell’Ansa, che il problema non sarebbe stato il carico di lavoro ma, al contrario, il fatto che ogni scelta tecnica sarebbe stata sottoposta ad un parere assembleare che non si identifica con la Capitale. A quanto pare manca proprio quella coesione tra i vari livelli che permetterebbe a persone ‘animate da buone intenzioni come la Raggi, di non poter fare molto’.

INTANTO LA RAGGI AL SENATO RIBADISCE IL NO ALLE OLIMPIADI – Nella giornata di oggi il Primo Cittadino romano si è trovata a sostenere un’audizione in commissione Beni Culturali al Senato. Durante l’incontro il Sindaco ha ribadito come non esistano le condizioni necessarie e sufficienti per poter pensare di ospitare un importante evento come le Olimpiadi nel prossimo 2024. Troppi i problemi ben più gravi da risolvere prima di ogni altra cosa per potersi permettere una spesa così importante che “Roma non può permettersi di indebitarsi ulteriormente”.

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