Pronto a chiedere 20 milioni di euro per danni erariali se la sindaca Virginia Raggi presenterà la settimana prossima la mozione per mettere fine alla procedura per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Parola del presidente del Coni Giovanni Malagò che, all’indomani del gran rifiuto della prima cittadina Cinquestelle con codazzo di polemiche infinite non tanto sull’annuncio quanto sulle modalità sentite dal numero uno dello sport italiano come un vero e proprio affronto personale, lancia un pesante avvertimento lasciando anche intendere che a farne le spese potrebbero essere tutti i consiglieri comunali capitolini che voteranno a favore della delibera.
A Malagò non è andato giù il modo plateale con il quale Raggi ha detto no alla candidatura: il ritardo di 40 minuti sull’appuntamento fissato in Campidoglio (pare trascorsi a pranzo in una trattoria del centro), ma soprattutto la conferenza stampa per annunciare la decisione con lo sfondo delle Vele di Calatrava scelto non a caso per simboleggiare lo spreco dei Mondiali di nuoto organizzati proprio da Malagò. Secondo fonti vicine alla sindaca, Raggi si sarebbe indispettita per la richiesta avanzata dal presidente del Coni di diretta streaming dell’incontro per poi, forse, forte del filmato acquisito, rimettere direttamente la questione ai cittadini magari attraverso un referendum. Ma qui siamo nel campo più puro delle ipotesi e l’incontro saltato all’ultimo minuto non ha fatto altro che esacerbare ancora di più gli animi già abbastanza tesi. In sostanza la candidatura di Roma 2024 era nata sull’asse Renzi-Malagò ma formalmente era stata chiesta dall’allora sindaco Ignazio Marino che aveva poi domandato a Stato e Coni di impegnare fondi pubblici: cosa poi fatta appunto con quei 20 milioni spesi dal comitato promotore negli ultimi due anni.
Proprio su questo aspetto Malagò adesso fa leva per avere un’ultima possibilità di successo: agitare lo spauracchio del danno erariale per convincere la giunta a fare un passo indietro che però in questo momento appare alquanto improbabile. La legge infatti prevede la responsabilità individuale per chi causa danni alle casse dello Stato, in questo caso nati dalla “discontinuità amministrativa” rispetto alla precedente gestione. Dal Coni sono sicuri del fatto loro, carte e precedenti alla mano. Di qui le parole di Malagò che suonano in maniera un po’ più forte di un semplice avvertimento: “Consiglio la Raggi di non presentare la mozione per dire no alla candidatura, perchè gli amministratori che eventualmente firmeranno quella delibera dovranno assumersi le proprie responsabilità”. Dal Campidoglio per il momento si fa spallucce: un primo risultato è già stato ottenuto. Quello di ricompattare i Cinquestelle con la loro sindaca.