Uno scenario che ritroveremo anche a Bologna: niente primarie Pd.
Non ci saranno neppure a Torino. Piero Fassino c’è, e per la seconda volta consecutiva. Dopo settimane di amletiche rimuginazioni, l’ex ministro degli Esteri e segretario dei Ds (cioè l’antico nome del Pd) ha sciolto le sue riserve e ha deciso di tentare di succedere a se stesso.
Piero Fassino, candidato d’acciaio per la sua statura politica, ha dalla sua anche il titolo di “sindaco più amato d’Italia” mantenuto per più anni consecutivamente. Rispetto alle ultime elezioni, però, egli dovrà fare a meno del sostegno di Sel (ormai Sinistra italiana), che ha già trovato il proprio candidato nel mediaticissimo Giorgio Airaudo, ex segretario della Fiom provinciale torinese e attuale deputato proprio per i vendoliani.
Tuttavia non sono questi ultimi i competitori che Fassino – colui che ha portato i caschi blu dell’Unesco nella città sabauda – teme di più, bensì i grillini. Questi, infatti, all’ombra della Mole mettono in campo quella che Fassino stesso definì la “Giovanna d’Arco della pubblica morale”, e cioè la consigliera Chiara Appendino. Bocconiana trentunenne, implacabile spina nel fianco dell’amministrazione fassiniana, forse più simile ad un Catone il Censore al femminile che alla Pulzella d’Orleans.
La Appendino, in realtà, avrebbe continuato a fare oscuramente il suo lavoro di “tribuno grillino della plebe” e non sarebbe balzata agli onori delle cronache se non avesse avuto, appunto, a fine 2015, quel diverbio in Consiglio con il primo cittadino. Che nel corso della stessa seduta aggiunse anche: “Provi a sedere lei su questa poltrona, e vediamo se sarà capace di fare quello che auspica; comunque decideranno gli elettori”. Immediatamente, a queste parole, partì la mobilitazione dei grillini torinesi, che in poco tempo diedero concretezza alla candidatura a sindaco della coraggiosa consigliera.
Ora in casa Pd ci si preoccupa seriamene di un possibile scenario di ballottaggio, dove non è escluso che Sel e Cinque Stelle possano unire le forze. E nelle elezioni comunali torinesi ha deciso di ricevere il battesimo di fuoco il rinato Partito Comunista di Marco Rizzo: è proprio il suo leader che si candida a primo cittadino.
Che cosa bolle, nel frattempo, nella pentola del centro-destra? La pietanza che si sta cuocendo per gli elettori l'ha scelta Forza Italia: Osvaldo Napoli, deputato e già sindaco del paesino di Valgioie (provincia di Torino), ha vinto il "ballottaggio" interno col candidato della Lega, il notaio Alberto Morano: spetterà al candidato berlusconiano, dunque, provare a sottrarre alla sinistra la poltrona più alta del Palazzo Civico: sarebbe la prima volta, dai tempi delle giunte democristiano-liberali degli anni '50-'60.