Ancora Sanremo. Dopo due anni consecutivi in gara (e nella scorsa edizione in duetto con Max Pezzali), Arisa torna sul palco del teatro Ariston per presentare ’La notte’, brano scritto dall’ex fidanzato Giuseppe Anastasi, già autore dei suoi più grandi successi come ‘Sincerità’ e ‘Malamorenò’. Ce ne parla la stessa artista lucana pochi giorni prima della sua partenza per la città dei fiori.
Arisa, partiamo dal tuo brano sanremese.
‘La notte’ parla di una donna che di notte, dopo un’intensa giornata, si ritrova a casa con un dolore profondo, un fastidio che parte dalla punta dei piedi fino a risalire per tutto il corpo, a significare i suoi turbamenti per una storia finita. E’ sempre un po’ una sconfitta quando finisce una storia, ci sono sempre dei rimpianti.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua esibizione sul palco dell’Ariston?
Sarò in una versione più soft. Io credo che la tristezza abbia una grande dignità, mentre a volte le persone tristi vengono emarginate. Al Festival questa ballad avrà, sul finale, un’entrata di chitarre in pieno stile pop. Se arrivassi ultima come Vasco qualche anno fa e poi ottenessi tutto quel successo, sarebbe un buon compromesso. L’importante è sentire davvero quello che dici esprimendoti nelle varie arti.
Oltre a cantare, hai scritto anche un romanzo: ‘Il paradiso non è un granché’…
Il progetto iniziale doveva essere ‘Il magico mondo di Arisa’, nascendo dalle idee che pubblicavo sul mio sito personale. Da questo, l’idea si è poi evoluta e mi ha permesso anche di metabolizzare alcune cose che mi sono successe nel corso degli anni e di riordinarle. Anche le cose belle della vita possono, in alcuni casi, levarti delle piccole sicurezze. Ad esempio, puoi arrivare a essere diffidente delle persone che ti vogliono stare vicine: ti chiedi se loro lo facciano per te, per come sei tu anche se hai solo un euro in tasca, o perché sei Arisa. Bisogna, comunque, sempre vedere le cose in un’ottica di positività. Già la vita è tanto difficile!
Tu non ti fermi mai. Ricordiamo anche l’esperienza, appena conclusa, a X Factor…
Non volevo che finisse… ero pronta a continuare per altri mesi! Erano tutti molto seri, lavorando anche per 8 ore al giorno e riconoscendo quando un altro concorrente era stato più bravo di loro, ma sempre nei limiti di una giusta competitività che deve esistere. Per la mia autostima è stato meraviglioso il rapporto che si è instaurato con i miei ragazzi. Temevo molto il loro giudizio, e invece si sono rivelati pronti ad ascoltarmi e soprattutto a difendere le mie scelte anche con gli altri giudici. Spero che riparta presto la nuova edizione.