Dopo l’esperienza sanremese, Mauro Ermanno Giovanardi è attualmente in tour per presentare il suo secondo album da solista ‘Ho sognato troppo l’altra notte?’. Il concerto che presenta ha un’ambientazione anni ’60, consona al cd, con un ritmo beat, energico e fresco. Abbiamo parlato con lui prima del suo concerto al Piper di Roma.
Come nasce il tuo nuovo lavoro?
E’ un viaggio personale attraverso un periodo musicale che mi ha sempre affascinato, quello della seconda metà degli anni ’60, nel quale sono state prodotte cose naif. Ho voluto riproporre il tutto con il mio modo di vedere la musica, di sentire, lavorando sui testi in maniera moderna, consapevole di essere nel 2011 e quindi di non voler fare un’operazione di revival.
Come mai hai scelto di inserire la cover di ‘Se perdo anche te’ nell’album?
Era da tantissimo che volevo cantarla, e infatti volevo metterla anche nel precedente cd ‘Cuore a nudo’, ma questo album si è rivelato più adatto. In particolare, ho scelto questo pezzo per un mio ricordo personale: 'Se perdo anche te' era il lato B di ‘C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones’, un 45 giri che da bambino ho consumato e che quindi ricordavo a livello inconscio; poi ho scoperto la versione originale e ho mischiato il tutto. Girare il videoclip di questo brano mi è piaciuto un casino perché ha catturato davvero l’atmosfera anni ‘60 alla Sergio Leone.
Sei in lizza come ‘Miglior album dell’anno’ al Premio Tenco insieme a Paolo Benvegnù, Vinicio Capossela, Le Luci della Centrale Elettrica, Marco Ongaro e Daniele Silvestri: come ti senti?
E’ una grande soddisfazione perché è un premio prestigioso, e sapere di essere tra i dischi migliori dell’anno è una cosa bella. Gli altri cantanti in lizza sono tutti bravissimi, e in particolare Capossela e Silvestri, secondo me, sono tra i migliori in Italia. Conosco poco Marco Ongaro rispetto agli altri, ma stimo tutti. Che vinca il migliore!
Nell’album hai duettato con Violante Placido e Syria: con chi altro vorresti duettare?
Mi manca solo Mina! Nel mio percorso con i La Crus e da solista mi è sempre piaciuto coinvolgere i miei colleghi, soprattutto le donne, per cui ho avuto un sacco di ‘cantantesse’ al mio fianco. Duettare con Mina non sarebbe male.
Quest’anno sarai il presidente della commissione di ‘Area Sanremo’: in che maniera giudicherai i partecipanti?
Non ho criteri perché devo giudicare ragazzi emergenti, quindi nessun pregiudizio. Dovremo sentire 400 cantanti in 5 giorni perciò sarà un massacro, ma sono curioso perché ci saranno un sacco di talenti.
A proposito di Sanremo, pensi di partecipare anche quest’anno?
Non lo so, vediamo. Dopo un Sanremo così, uno dovrebbe dire ‘sto a casa’ perché 'Io confesso', la canzone con cui ho partecipato, è stata tra le più trasmesse dal Festival ad oggi. Potrebbe essere una scelta per andare a consolidare il mio nome, visto che nella passata edizione sono andato come La Crus e questo ha creato confusione a livello mediatico. Quindi andrei solo per questo, sennò non avrebbe senso.
Vuoi parlarci del tuo ultimo singolo ‘Desìo (il rumore del mondo)’?
Questo è il terzo singolo estratto dal mio nuovo lavoro e ha un testo surreale con strofe fatte di paradossi. E’ un testo fatto di immagini ed è più aperto rispetto agli altri, per cui ho voluto dargli un tipo di arrangiamento e respiro musicale stile ‘Orchestra Rai 1967’. A breve girerò il video, però questa volta ho chiesto di fare un videoclip totalmente psichedelico.