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Successo internazionale per DAN:ROS, tra nu disco e house

Ha remixato il top dj americano Robbie Rivera e prodotto "My Broken Heart" con gli AVA (IT)

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Danilo Rossini, al mixer DAN:ROS, fa il dj da sempre. A 15 anni già mixava con i giradischi Pioneer 1200 del fratello, per poi far ballare un po' tutti i club che contano in Riviera Romagnola, compresa la Molo Street Parade. Da settembre 2019 ha iniziato a produrre musica con continuità nel suo studio di registrazione. I risultati sono già importanti. Ad esempio, sono già arrivati diversi remix per Juicy Music, la label del top dj Robbie Rivera (tra cui quello per Robbie Rivera & Dreamfreak - "Comfortable Pain"). 

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con DAN:ROS, dj producer specializzato in vocal house e nu disco, da sempre pubblica musica che dà energia, come il recente "My Broken Heart", prodotto con gli AVA (IT). Il suo cuore batte per melodie e cassa in 4/4, ovvero vocal house e nu disco che mettono il sorriso. "Ho iniziato a produrre tanta musica nel periodo più sbagliato, proprio mentre iniziava la pandemia", racconta sorridendo DAN:ROS. "O forse no. Proprio oggi che non è possibile far ballare nei locali, un dj ha il tempo e le energie per curare ogni dettaglio di ogni singolo disco. Per me poi, che sono sempre stato più dj che produttore, è un periodo perfetto per imparare tante cose nuove, ogni giorno". Tutta l'intervista e anche tanta musica a cura di  DAN:ROS è disponibile qui: bit.ly/DAN-ROS-alladisco.

Come hai iniziato a fare il dj? 

Ero un ragazzino, quando ho iniziato a mixare. Spendevo tutta la mia paghetta settimanale comprandomi vinili. Sono originario di San Marino e ho iniziato nei locali della mia città, per poi passare ai tanti della Riviera Romagnola. Ho suonato un po' dappertutto. L'unico locale importante che mi manca è il Cocoricò,  forse un po' lontano dal sound che prediligo come dj, ovvero vocal house e nu disco. Un dj comunque, in ogni locale, tra una hit e l'altra, può sempre proporre anche la musica del suo cuore... e realizzare il fine comune, ovvero passare una gran bella serata tutti insieme.

Hai dedicato alla musica tutta la tua vita?

Le notti si, quasi tutte, ma di giorno a lungo ho fatto anche molto altro. Dopo l'università, ho lavorato per vent'anni nelle aziende della mia famiglia. Spesso mi è capitato di fare serate durante la settimana e andare a dormire alle 4, anche se il mattino dopo dovevo essere in ufficio alle 8. La passione per la musica ti dà una forza incredibile. Poi però, visto che l'edilizia mi sembrava fosse un settore non più vivace, ho maturato l'idea di provare a fare qualcosa di più in ambito musicale. In altre parole, ho iniziato a chiedere alla musica qualcosa di più.

E' una scelta strategica, quella di dedicarti oggi al 100% alla musica?

No, direi che è più che altro un bisogno. Ovviamente la mia famiglia sa che se hanno bisogno di me io ci sono e ci sarò sempre. Oggi però ho deciso di fare questo passo. Da un certo punto di vista è folle, visto che in questo periodo fare il dj nei locali, un lavoro che dà comunque da vivere, non è possibile... E' vero però che oggi per me l'obiettivo non è "fare il dj".  L'ho già fato a lungo divertendomi. Sto invece cercando di produrre musica di qualità, musica che abbia un pubblico. So che è difficilissimo, non mi faccio illusioni. Per questo lavoro ancora più di prima, più di quando facevo due lavori insieme!

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