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Malecherifarei il primo album del cantautore Michele Maccaferri

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MALECHERIFAREI, che è anche il nome d’arte Michele Maccaferri, è il titolo del primo disco del cantautore bolognese classe ’85, un album dalle sonorità elettriche e dalle melodie ipnotiche, un concept sulla fine di una storia d’amore dove ogni traccia ne descrive i vari passaggi. Prodotto da Paolo Valli all’Over Studio Recording di Ferrara, musiche e testi di Michele Maccaferri.

Michele dopo il diploma al liceo classico, si iscrive a scienze politiche nella sua città natale: Bologna. Abbandona la facoltà a soli tre esami dalla laurea, motivato dal fatto che non era il percorso che avrebbe voluto fare. Si dedica con passione alla fotografia, sperimenta e crea, le sue immagini sono il frutto di una curiosa ricerca spesso rivolta a soggetti e situazioni che fanno emergere uno spirito solitario e sensibile.

Tra il 2012 e il 2015 vive in Sud America, viaggia per tutto il paese, con un Volkswagen Combi, che a volte diventa il set di servizi fotografici insoliti e molto intimistici. Partecipa a diversi concorsi fotografici e porta il suo contributo per la crescita di un museo fotografico on-line, che un amico aveva creato. Da quei luoghi torna ricco di esperienze e tanto materiale.

Dopo il lungo viaggio comprende che ciò che veramente ha da esprimere lo può fare attraverso la musica. Da ascoltatore maniacale, appassionato degli anni 70′, collezionista e conoscitore di vinili e da musicista autodidatta, decide di fermarsi lì, in quel punto, che sarà una partenza senza ritorno.

SANGUE NELLE VENE
Primo singolo uscito il 10 dicembre 2018, è entrato nella top 100 singoli italiani e top 10 singoli rock iTunes. La canzone attraverso alcune metafore descrive la paura di affrontare una separazione. Il video è stato girato da Giovanni Aloi, a Camogli, con riprese subacquee del Cristo degli abissi di San Fruttuoso. Il mare metaforicamente raffigura il mondo interiore che si scontra con la visione esterna e terrestre.


VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=D4E0GkpMCGU

 

SEMPLICE E NUDA REALTA’
Nella canzone racconto il disagio di una mancanza che rende la realtà paranoica.

SENZA DI TE
Secondo singolo uscito nel febbraio 2019. Una canzone sull’assenza. Il video con regia di Andrea Barone e Giovanni Aloi è stato girato a Venezia. Nel video un prete si innamora di una donna misteriosa, cercando di sfuggire alle tentazioni della carne: arriverà a togliersi la vita gettandosi da un ponte. Il prete tornerà alla vita nel corpo di un cane, che ritroverà fedelmente la sua amata.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=8MlcMy-8vYc

COME MI VUOI TU
La canzone ripercorre alcune tappe di un viaggio che rappresenta in realtà una fuga, anche da se stessi.

VIA DI QUA
La canzone analizza il ritorno dopo la fuga, attraverso alcune riflessioni su affetti personali e qualche rimpianto.

PENSA CHE BEL MONDO
La canzone, affiancando questioni di valore assoluto ad altre di valore molto relativo e personale, immagina utopicamente un mondo perfetto. Il videoclip diretto da Michele Maccaferri ed il Redlight Photostudio, è stato girato nello showroom G&H Tatterton, tra sogno e realtà.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=TbWNA9yH0Zk

IL GUARDIANO DEL FARO
Ultimo singolo uscito assieme al resto del disco. Parla di solitudine e alienazione, ma anche di perseveranza e ricerca di una guida. Il videoclip creato da Michele Maccaferri, è stato realizzato utilizzando immagini del film ‘20000 leghe sotto i mari’ del 1916. Venendo da una formazione fotografica, sono sempre stato incuriosito dal dialogo delle immagini con la musica.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=qm46Kf-0YEc

SCORDARSI DI ME
La canzone cerca di analizzare uno stato depressivo in maniera ironica e grottesca.

ALTOMARE
Capitolo finale del disco. La canzone muovendosi tra frammenti di ricordi e rimanenze, raffigura la liberazione dal passato e la speranza di un nuovo inizio… in alto mare. Il videoclip di Michele Maccaferri, è stato realizzato con la stessa tecnica del video di ‘Guardiano del Faro’, è composto da immagini del film underground newyorkese del 1969 ‘All Woman Are Bad’.

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