Con Don Giovanni in scena al Teatro Argentina di Roma si pensa a quanto le vicende umane si ripetano in eterno.
La commedia di Molière risale al 1665, affronta temi scottanti come l'immoralità, la totale mancanza di scrupoli, la lussuria, la cupidigia.
Niente di più attuale. Non a caso grazie alla regia di Valerio Binasco che ha adattato la rappresentazione rimanendo fedele al testo originale, si può riflettere su quanto a volte anche noi stessi siamo un po' "Don Giovanni".
Il personaggio che dà il titolo alla commedia è uno scapestrato perdigiorno che non pensa ad altro che al proprio interesse senza minimamente preoccuparsi di chi ha intorno.
Lo sa bene il fedelissimo Sganarello, maschera del teatro francese seicentesco, che pur di non perdere la tanto agoniata paga, asseconda il comportamento assurdo del suo padrone nonostante i ripetuti tentativi di farlo ragionare e annunciandogli che prima o poi, il male che si fa viene ricevuto in forma maggiore.
Don Giovanni imperterrito continua a sedurre giovani donne, indebitarsi, fare promesse che non onorerà, fin quando un colpo di scena finale, gli farà capire che forse non è così invincibile come si credeva.
Tutto questo è in scena al teatro Argentina di Roma fino al 20 gennaio