Villa Peyron ospita, "Archibusati" questa nuova piece teatrale appositamente pensata per questa splendida cornice. La villa, il giardino formale e l'ampio parco, si trovano sulle colline fiesolane, in una bellissima posizione con a sud una spettacolare vista su Firenze. Una location atipica, una novità, che valorizza lo spettacolo e lo rende unico nel suo genere. "Questo spettacolo nasce da un sogno che ho fatto..." ci confida il regista "entravo in un grande salone pieno di oggetti e c'era questa signorina dall'aria elegante ma dimessa, un pò anziana che mi raccontò, mentre sorseggiavamo del thè, tutta la sua vicenda che era straordinariamente comica e tragica ad un tempo. Appena sveglio, presi carta e penna e buttai giù il soggetto per lo spettacolo..." secondo Alessandro Riccio i sogni sono espressioni di una parte di noi e questa parte più mesta e mite, al contrario del dinamismo che lo caratterizza, aveva bisogno di venire fuori e di essere regalata al pubblico.
Queste le parole dell'attore e regista, parole che sottolineano l'originalità e la totale resa realista di uno spettacolo coinvolgente ed entusiasmante. Egli si cimenta con un ruolo femminile in modo vivace, forte e accentuando, in una figura così ampiamente diffusa e trattata, come quella della servetta, aspetti insoliti e valori inconsueti, contorniato da un gruppo di talentuose attrici e di un giovane attore nella parte di un contadinotto sprovveduto, che sapranno mettere alla prova la povera domestica dallo sfortunato destino. Infatti la protagonista di questo spettacolo è Adelaid, governante di una casa Fiorentina alto borghese, che dietro al suo aspetto inadeguato e tranquillo cela un passato fatto di sfarzo e ricchezza. Sebbene un mistero avvolga la sua storia, nessuno sembra interessarsi né a lei né alle grandi esperienze vissute prima di essere costretta a fare la serva. Come attore e come regista, Alessandro, si ispira agli interpreti inglesi perché hanno una grande scuola e un particolare metodo dato da un tecnico approccio al lavoro e da un vigile studio del personaggio e del suo corpo. Tutto quello che deve venire fuori, deve esprimersi, senza essere detto sono infatti importanti le movenze e i modi di fare che caratterizzano i singoli personaggi dello spettacolo “Archibùsati!”.
Come regista italiano ama Sorrentino ed attori poco conosciuti al grande pubblico proprio perché spesso fanno un lavoro di ricerca più che di visibilità, studiando attraverso i minimi dettagli il personaggio da interpretare. L'intento di Alessandro è quello di riuscire a mettere all'interno di storie comuni delle grandi verità e dei grandi temi, come in questa rappresentazione. Dietro una piccola storia ci possono essere grandi tematiche in particolare il bisogno di farsi accettare dagli altri, necessità che sente Adelaid che vale ma non viene considerata. Una frase dello spettacolo ci fa capire ciò : "Non dare il tuo parere che non ci interessa" sminuisce la sua valenza come persona pensante, ricca di alti valori morali e non solo.
Altra importante tematica affrontata è la follia e la distinzione, all'interno del gruppo di personaggi, tra chi è matto e chi non lo è, verrebbe da citare Lewis Carroll <<Qui siamo tutti matti>> perché il finale ci lascia con una grande incognita, rimane il dubbio se tutto sia vero o semplicemente frutto dell'immaginazione di questo particolare personaggio. Tematiche importanti raccontate in modo semplice ma allo stesso tempo con energica forza emanando la tipica simpatia Toscana. Alessandro Riccio ci porta, con questa sua storia in un mondo altro, che ci fa vivere il privilegio di respirare un teatro così puro e vero, dove alla base stanno: il talento, il sogno e un pò di sana follia.