Non ce l’ha fatta.
Nonostante la sua grandissima voglia di fare, Anna Marchesini non ce l’ha fatta a vincere la sfida impari contro l’artrite reumatoide che la minava – e la logorava – dalla fine dello scorso decennio. Si è spenta oggi, a Orvieto, dov'era nata, all'età di 62 anni: lo ha annunciato su Facebook il fratello Gianni. Ritiratasi discretamente dalle scene, di cui era stata protagonista assoluta negli anni '80 e '90 –anche e soprattutto sul piccolo schermo, insieme agli storici colleghi del Trio, Massimo Lopez e Tullio Solenghi -, l'attrice era riuscita a inraprendere una nuova, ultima vita, oltre che da insegnante all'Accademia "Silvio D'Amico" di Roma, anche come scrittrice/narratrice di successo.
Proprio ai libri pubblicati da Rizzoli la Marchesini legava le sue ulltimissime soddisfazioni: Il terrazzino dei gerani timidi (2011), Di mercoledì (2013), Moscerine (2015). Nel suo salotto televisivo del sabato, a Che tempo che fa, Fabio Fazio, suo vecchio amico, continuava a garantirle una piccola vetrina. Già , Fabio Fazio: molto prima che il conduttore genovese facesse coppia con la vulcanica Littizzetto, sua partner fidata, nelle domeniche di Quelli che... il calcio era stata proprio la Marchesini, che nel varietà domenicale di Raitre (poi passato a Raidue) aveva avuto modo di rendere popolari personaggi inventati a teatro, come quello della sessuologa.
Ma, se parliamo di Quelli che.. il calcio (anni '90-'00), parliamo già , naturalmente, della fase argentea della carriera della Marchesini successiva al periodo d'oro, cioè appunto la stagione del Trio. Un'esperienza artistica tra le più qualitative nella storia della televisione a colori, iniziata in radio, in sordina, nel 1982, e finita improvvisamente (e forse prematuramente, nonostante gli stimoli iniziassero a scemare e anche le frizioni nel gruppo si acentuassero), esattamente tredici anni dopo, all'indomani di un triennio di esaltanti tournée in tutta italia col loro spettacolo In principio era il Trio.
Alcuni storici della televisione pensano che l'inizio della fine del Trio, sia stata la trionfalissima parodia televisiva dei Promessi sposi, andata in onda su Rai 1 pochi mesi dopo l'ultima trasposizione "seria" del romanzo manzoniano per la regia di Salvatore Nocita. Altissimi indici di gradimento (superiori allo stesso sceneggiato che parodiava), celebrazione massima, copertine e riconoscimenti: l'apogeo, per un team di artisti che, comunque, un posto nella storia se l'era già preso, grazie allo sketch censurato su Khomeini e l'Irangate (Fantastico 7, 1986). Ma da quel momento, forse, nella mente di qualcuno dei componenti potrebbe essersi instillato il desiderio di fare altro e separatamente dagli altri, nella convinzione che fare di più, insieme, sarebbe stato impossibile. Sicché, dopo un triennio di rodaggio (e godendo sempre dell'onda lunga del successo para-manzoniano), l'atto finale venne scritto nel 1995.
A dir la verità , fu Solenghi il primo a prendere una strada del tutto autonoma: Marchesini e Lopez continuarono ancora per quasi un anno insieme, per poi lasciarsi definitivamente nel gennaio 1996. Nel 2008, Raiuno ha concesso a tutti e tre l'occasione di una rimpatriata per celebrare i 25 anni della fondazione del gruppo: a quel punto la Marchesini stava già male, eppure l'atmosfera di festa non ne risentì assolutamente per tutte e tre le serate in cui durò lo speciale, né tantomeno l'affiatamento del gruppo, che, come una macchina perfetta anche dopo anni di garage continuava a filare a meraviglia.