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Tra Emergenza Covid, Referendum e Semestre Bianco, prima del gennaio 2022 possiamo scordarci le Elezioni

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Deputati e senatori che popolano le Camere in questa Diciottesima Legislatura possono dormire sonni tranquilli: fino almeno al gennaio 2022 possiamo scordarci le elezioni politiche. La profezia sul prossimo futuro politico dell'Italia viene divulgata in un esaustivo articolo di Ugo Magri sull'Huffington Post, al quale ci preme aggiungere qualche considerazione. Magri sottolinea come, fra Referendum sul taglio dei Parlamentari rinviato al 21 settembre assieme alle Regionali, nuova legge elettorale e Semestre Bianco, la prima data fattibile per il voto possa essere soltanto successiva al gennaio 2022, per l'appunto, dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Se il referendum sul taglio dei Parlamentari dovesse avere l'esito previsto, ovvero favorevole alla riduzione delle poltrone, sarebbe a quel punto necessario redigere una nuova legge elettorale tarata sul nuovo numero dei seggi alla Camera e al Senato, guadagnando così tempo prezioso fino al luglio 2021, data in cui scatterà il Semestre Bianco, ovvero i sei mesi durante i quali il Presidente della Repubblica uscente non può sciogliere le Camere. Semestre che terminerà per l'appunto nel gennaio 2022 con l'elezione del nuovo Capo dello Stato.

A questa pedissequa analisi tempistica, occorre aggiungere due elementi.

1) Come abbiamo sempre ribadito, coniando lo slogan: "meglio una poltrona oggi che due domani occupate da altri", l'idea di tornare alle urne per la maggior parte dei deputati e senatori è sempre un trauma, a parte per i pochi blindatissimi che possono contare su una riconferma. Per molti parlamentari che hanno visto i loro partiti perdere consensi a rotta di collo in questa legislatura (in alcuni casi addirittura dimezzandoli), le elezioni significherebbero in molti casi l'oblio politico e la perdita dei privilegi istituzionali. Non parliamo solo di "peones" ma anche di esponenti politici piuttosto celebri. Possiamo dunque mettere la mano sul fuoco che si attuerà ogni strategia temporeggiatrice per mantenere la poltrona il più possibile profittando delle scadenze di cui sopra e scongiurando così il ritorno alle Urne. 

2) La variabile più inquietante, e più influente sotto ogni punto di vista, ovvero l'emergenza Covid-19. Con la - a ogni piè sospinto - sbandierata possibilità di una nuova ondata del virus (secondo alcuni più veemente della precedente), ogni mossa politica verrà calibrata con la più cauta attenzione, con lo spauracchio di un nuovo lockdown che farebbe nuovamente sprofondare il Paese in una paralisi generalizzata. Non è da escludere, per giunta, che alcune scadenze sopra elencate possano essere ulteriormente rinviate. Il prolungamento dello stato di emergenza al 31 dicembre 2020 potrebbe già rientrare - volutamente o meno - nella dinamica del procrastinare a oltranza "tirando a campare".

Non possiamo essere sicuri che, nel gennaio 2022, Giuseppe Conte sarà ancora il Presidente del Consiglio, ma è pressoché certo che, per quella data, la Diciottesima Legislatura sarà ancora fermamente in piedi.

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