A Viale Mazzini il banchetto per festeggiare le ultime nomine - che, dopo mesi e mesi di veti grillini, hanno visto fra le altre cose Mario Orfeo approdare alla guida del Tg3 - si è già trasformato nei preparativi per una veglia funebre. Questa icastica immagine tratta dall'Amleto shakesperiano non è esagerata, se si pensa che mai come adesso alla Rai fervono le manovre per rottamare definitivamente l'asse Lega-M5s e soprattutto i vertici che lo incarnano, ovvero il Presidente Marcello Foa e l'Ad Fabrizio Salini. L'indebitamento accresciuto (come riportato qui), la riduzione degli introiti pubblicitari e gli ascolti a picco (cui mette una pezza la fiction) spingono del resto a misure drastiche.
Lasciando da parte il mistero della falsa mail del falso ministro Tria che ha inguaiato il Presidente Foa, l'anomalia che ha visto finora il Carroccio ancora egemone e il Pd marginalizzato, malgrado governi il Paese da quasi un anno, sta per finire, e parallelamente l'epilogo inglorioso del Piano Industriale segna il cupo tramonto del suo promotore, ovvero l'Amministratore Delegato Salini in quota pentastellata, che molti danno in partenza per Netflix e sul quale penderebbe una clausola segreta nel contratto che gli impone le dimissioni entro giugno 2020 (ne abbiamo parlato qui).
Vista la scarsa rappresentatività femminile nelle ultime nomine che hanno fatto gridare al più bieco sessismo varie associazioni a tutela della parità di genere, per la posizione di Ad si pensa a un personaggio del calibro di Eleonora "Tinny" Andreatta, capacissima direttrice di Rai Fiction (ovvero colei che sta salvando Viale Mazzini dalla catastrofe come abbiamo analizzato qui), il cui retroterra culturale e professionale e le sue indubbie competenze corredate da lusinghieri risultati metterebbero d'accordo maggioranza e opposizione. Suo rivale nella corsa, Paolo del Brocco, appena riconfermato Amministratore Delegato di Rai Cinema. E Mario Orfeo, che molti a Viale Mazzini rivorrebbero nel suo ruolo di capo supremo? Benché per ora si goda la fresca carica di direttore del Tg3, non si esclude che possa anche lui far parte dei papabili successori di Salini, seppur osteggiato caparbiamente dal M5s. A Viale Mazzini tutto può succedere, del resto. Anche che Monica Maggioni rinunci al desiderio di tornare in video per andare ad accomodarsi sulla poltrona di Ad.
Quanto alla carica di Presidente, pensando al riequilibrio di genere, si fa il nome della solita Silvia Calandrelli (appena esautorata dalla direzione di Rai3 a favore di Franco Di Mare, pur conservando le altre sue innumerevoli cariche...). In corsa anche Antonio Di Bella, apprezzatissimo da Pd e M5s, ora alla guida di RaiNews, mentre torna ad affacciarsi il nome di Giovanni Minoli, già indicato nel 2018 per un ticket con Salini Ad. Quest'ultimo la spuntò, mentre Minoli fu accantonato a favore di Foa.
Alla luce di queste ipotesi, non è stata sufficientemente sviscerata tuttavia la condotta del leader di Italia Viva Matteo Renzi, che negli ultimi giorni ha salvato prima il Ministro Bonafede dalla sfiducia, evitando poi di votare in giunta a favore del processo di Matteo Salvini... I più politicamente attenti vi hanno visto tra le righe una machiavellica duplice manovra per ottenere poltrone di rilievo in Rai, guarda caso ammannendo zuccherini al M5s e alla Lega, ovvero l'assetto che attualmente governa ancora Viale Mazzini. Se davvero questa ipotesi dovesse rivelarsi fondata, lo vedremo al momento della scelta dei nuovi vertici.