Sono passati oltre quarant’anni dall’assassinio mafioso (su cui altre ombre si stagliano) del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti Carraro, uccisi in un agguato insieme all’agente della scorta Domenico Russo. Dalla Chiesa era stato in prima linea nella lotta dello Stato contro le Brigate Rosse, su sua proposta fu creato un nucleo speciale anti terrorismo dell’Arma dei Carabinieri, ed era stato nominato il 30 aprile dello stesso anno prefetto di Palermo dopo aver già partecipato alla lotta contro la mafia negli anni settanta.
In occasione dell’anniversario una cerimonia si è tenuta a Palermo in via Isidoro Carini, in cui ci fu l’agguato, una cerimonia a cui hanno partecipato i figli Nando e Simona Dalla Chiesa. Alla cerimonia ha partecipato anche una delegazione, guidata dal presidente nazionale Gaetano Ruocco dell’Associazione Nazionale Sott’ufficiali d’Italia.
«Il Generale Dalla Chiesa ha messo la sua vita al servizio della comunità nazionale le sue intuizioni lo pongono quale precursore delle attuali attività investigative antiriciclaggio – ha sottolineato Ruocco - Il sacrificio di Dalla Chiesa non è stato vano in quanto anche nel suo nome prosegue con grande vigore la lotta dello Stato contro la mafia e la criminalità organizzata».