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1976, Tina Anselmi è la prima donna ad essere nominata ministro della Repubblica Italiana

Fu designata nel quarto governo Moro al dicastero del lavoro e della previdenza sociale

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Quarantasette anni fa Aldo Moro scelse la lista dei ministri del quarto governo da lui presieduto. Una data storica per la Repubblica Italiana perché quel giorno fu nominata la prima donna ministro. La scelta ricadde su Tina Anselmi a cui fu affidato il ministero del lavoro e della previdenza sociale.

Nata il 25 marzo 1917 e morta il 1° novembre 2016, anno del quarantennale della sua nomina a ministro, Tina Anselmi è stata partigiana nella Brigata Cesare Battisti e poi parlamentare di lungo corso e ministro per tre volte con la Democrazia Cristiana. Dopo il ministero del lavoro, in cui precedentemente era stata sottosegretaria, nel quarto e nel quinto governo Andreotti fu ministro della Sanità. Nel 1984, denunciò pubblicamente un tentativo di corruzione. 

A Tina Anselmi si deve l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, nel 1978. Con la stessa legge fu imposto il ritiro dal mercato di migliaia di farmaci giudicati inutili o pericolosi. L’anno prima fu tra le prime firmatarie della legge italiana che apriva alla parità salariale e di trattamento nei luoghi di lavoro, nell'ottica di abolire le discriminazioni di genere fra uomo e donna. 

Nel 1981 fu nominata Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla loggia P2. Era l’unica donna della Commissione che quattro anni dopo concluse i suoi lavori svelando quel che Anselmi definì il “sistema P2” a “doppia piramide”. Per quest’incarico fu duramente attaccata e insulta, tentarono di delegittimarlo e fu isolata anche nel suo stesso partito. Dal lavoro d’inchiesta della commissione nacque la legge, ancora oggi vigente, che proibisce le associazioni segrete in Italia. 

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