Alcuni giorni fa avevamo presentato l’ultima opera di Roberto Vacca, Come imparare una cosa al giorno e non invecchiare mai. La prassi più consolidata vuole che, alla presentazione di un libro, segua, immancabilmente, il “dibattito” con l’autore. Ora, grazie alla gentilezza del celebre scrittore-divulgatore, sulle nostre “colonne” siamo riusciti a ricongiungere questi due inscindibili momenti.
Prof. Vacca, una buona vecchiaia va meritata con una vita attiva?
È raro che qualcosa ci venga dato perché lo abbiamo meritato – tranne, forse, i buoni voti a scuola. Una buona vecchiaia te la puoi costruire, non tanto conducendo una vita attiva, ma osservando, pensando, ragionando. Così capisci quali siano le alternative e impari a scegliere le migliori. Sono proprio le alternative che allargano gli orizzonti delle tue scelte: e ti permettono di decidere, con lucidità, a lunga scadenza.
Il vigore intellettuale, a differenza di quello fisico, non è necessariamente proporzionale all'età. E' per questo che, come lei scrive, molte invenzioni decisive sono state fatte in tarda o tardissima età?
Anche il vigore intellettuale è maggiore in giovane età. Però quando l’età cresce, se fai le cose giuste, ti puoi creare una enorme ricchezza di esperienza. Come le vecchie volpi, appena qualcosa cambia intorno a te, identifichi le analogie o le identità con situazioni simili che hai già vissuto. Capisci subito quale sia il problema. E scegli la tua reazione più efficace.
L'immortalità è la traccia delle cose fatte che ci lasciamo dietro. Ogni giorno è buono per fare o apprendere qualcosa che ci faccia ricordare?
Le cose che hai fatto possono essere anche brutte, inutili, dannose. Se sono belle - costruzioni, oggetti – possono andar distrutte. Tu – essenzialmente – sei le tue idee: se sono belle, sensate, armoniche, edificanti e se continuano a essere disseminate e a vivere, vivi anche tu e, in certo senso, sei immortale. Ogni giorno può essere buono per creare idee notevoli, ma te lo devi rendere adatto – devi provarne tante – devi pensare.
Lei scrive che un'invenzione buona può anche essere una cosa che sembra minima, una parola nuova, un neologismo. Mi sembra che lei affermi un concetto molto democratico delle capacità umane: tutti possono saper fare tutto, a tutte le età, perché a nessuno sono precluse genialità e abilità. La vera capacità dunque sta nel volere, cosa che prescinde dagli anni che si hanno?
Tutti possono provarci – prima di tutto a imparare – e se ci provi qualche volta ci riesci – non sempre. Da vecchio le forze calano tutte, ma puoi surrogarle con esperienza, astuzia persistenza. Ci riesci se sei pronto ad accettare che non si vince sempre – e se, ogni volta che perdi, stai calmo e ci riprovi. Kipling ci scrisse una bella poesia. (Si tratta di “If”, che Vacca ci propone in calce al messaggio e-mail con le sue risposte alla nostra intervista. E’ una traduzione speciale, curata dallo stesso Vacca in collaborazione con il figlio Federico).
Il valore di internet per un anziano quanto differisce da quello che un giovane può attribuirgli?
Sia per i giovani, sia per i vecchi, Internet può essere uno strumento utile e prezioso. Se hai imparato bene a usarlo: dunque evitando immondizia e individuando tesori enormi.
Vita attiva e ritmi lenti, meditati, una cosa alla volta: è una contraddizione per un giovane, ma anche per un anziano?
Non c’è contraddizione. Meditare e non agire “a cavolo” non implica che tu debba essere un bradipo. I sarti antichi lo dicevano bene: “Cento misure e un taglio”.