E' uscito da poco il nuovo singolo di Andrea Pimpini, "Stella nel cielo". Abbiamo incontrato l'artista per parlare del nuovo progetto discografico e per sapere cosa aspettarci nei prossimi mesi.
"Stella nel cielo", un brano che si presenta come un racconto di un tempo passato... Come mai questa nostalgia?
"Stella nel cielo" è un brano che ho dedicato a una persona cara che purtroppo oggi non è più con me. Questa canzone la scrissi appena riuscii a riprendermi dalla tristezza iniziale. E' una canzone certamente nostalgica e triste ma che comunque riserva anche un po' di speranza. Pensiamo al ritornello: "Stella nel cielo sei ora, forza nascosta nel cuore, raggio di luce nel buio, amore che cura i miei mali". Io in questa parte vedo tanta speranza. E' come dire: "Sei ancora viva, nel mio cuore".
Canzoni triste, riflessive e condanne sociali. Il tuo repertorio non lascia tanto spazio ad inni alla felicità. C'è qualche ragione?
I cantautori dicono "per scrivere bisogna vivere, guardarsi intorno". Io, per scrivere, pure guardo la società che mi sta intorno. Non sono un patriota: tra due/tre anni mi trasferirò all'estero definitivamente e, sinceramente, non vedo l'ora.
Non mi sono mai rispecchiato nella società italiana. I professori mi dicevano "sei troppo educato", alle elementari e alle medie sono stato bullizzato e deriso. Poi in Italia non vedo un futuro per me, vedo solo tanta cattiveria gratuita, odio. Quando ero più piccolo, ci stavo male. Oggi capisco che è solo invidia e stupidità. L'Italia, inoltre, è un paese profondamente razzista e non adatto ai giovani. C'è una canzone dei Modà, definita da Kekko (leader della band) una "fotografia della società", che si intitola "Comincia lo show". C'è una strofa, secondo me vera e onesta, che recita: "Quanti dottori e maschere, figli dell'inquietudine, di chi sa di non essere quello che vuole essere".
Uno dei motivi per cui non mi arrabbio e non mi offendo quando sento cattiverie e frasi di odio è proprio questo: la gente sa di non essere quello che vorrebbe essere (famosa, un attore, un musicista, un imprenditore di successo, un capo, ecc.) e questo crea nelle persone un'inquietudine e una rabbia che sfocia negli insulti diretti a chi, senza perdere tempo a lamentarsi, ce l'ha fatta.
Lamentarsi è una peculiarità degli italiani. Nessuno riconosce i propri errori. Io ci sto lavorando: quando una canzone va male oppure quando non vengo chiamato a cantare dal vivo, oppure quando non supero un esame, mi fermo e invece di dire: "E' colpa della gente che non riconosce il mio talento" oppure "E' colpa del professore", penso "Ho sbagliato. Non ho studiato abbastanza" oppure "Ho cantato male. Devo esercitarmi di più".
Possiamo aspettarci una tua candidatura a Sanremo Giovani 2023 oppure in uno dei tanti talent show televisivi?
Qualche anno fa, avrei risposto di sì. Oggi posso affermare con certezza che non ho alcuna intenzione di partecipare a questi programmi. Non è per la qualità. Sanremo lo guardo sempre, a prescindere da chi gareggia... Il motivo è la libertà. Io studio all'università, la musica è un hobby. Hobby non significa fare qualcosa in modo non professionale. Studio musica, scrivo canzoni e mi impegno in ogni fase del progetto. Semplicemente non voglio trasformare questa passione in un lavoro. Se vai a Sanremo o nei talent show, a meno che tu non sia un'artista famoso con anni di esperienza alle spalle, devi sottostare a logiche editoriali e imprenditoriali che non fanno per me. Io sono felice di scrivere un brano che magari viene ascoltato da 10 persone ma che mi da' piena libertà di espressione.
Progetti futuri?
A Giugno uscirà la mia versione di "Era già tutto previsto" di Riccardo Cocciante. Ogni mese pubblicherò una cover musicale. E' un'idea che avevo da tempo, ora finalmente posso realizzarla.
Un altro brano che sicuramente registrerò è "A mano a mano". Quando canto dal vivo, ricordo sempre alla gente che "A mano a mano" è una canzone di Riccardo Cocciante. Tutti pensano che sia di Rino Gaetano. In realtà "A mano a mano" è stata scritta da Riccardo Cocciante e Marco Luberti ed è stata anche registrata in studio da Cocciante. Poi Rino Gaetano ha realizzato una cover che, evidentemente, ha riscosso più successo.
L'esperienza live più bella?
I concerti sono tutti speciali. L'esperienza più emozionante è stata quella al Romics. Cantare alla Fiera di Roma, davanti a migliaia di persone, non capita tutti i giorni.