Quattro chiacchiere con Andrea Pimpini, cantautore da poco tornato sulle scene musicali con "Every breath" e "Sitting on the clouds"
E’ passato quasi un mese dall’uscita di “Sitting on the clouds” in featuring con Romi Gariglio e già torni con un nuovo singolo. Come mai?
Il mercato musicale corre. Ci sono tanti ma veramente tanti cantanti e musicisti. Ogni venerdì vengono “buttati” sul mercato migliaia di singoli, la conseguenza naturale è che quelle canzoni dopo una settimana diventano vecchie. Il piano inizialmente era pubblicare a Settembre “I’ll Stay by the Window 2.0”, una riedizione del mio ultimo EP. con nuovi brani inediti, così da comporre un album. Poi, però, ho avuto modo di rifletterci bene: avrei solamente buttato delle canzoni. Io le voglio valorizzare tutte. Perciò ho puntato sulla scelta dei singoli: ogni mese pubblicare una nuova canzone. Una strategia per avere più possibilità di entrare nelle playlist editoriali e collaborative… ma anche una chance in più di arrivare in radio. Se invii un album alle radio, queste non lo ascolteranno mai tutto. Se invece invii una canzone per volta, piano piano, c’è più probabilità che una la trovano “carina” e magari la trasmettono.
Finalmente si riparte con i concerti e gli eventi. Tu hai sofferto particolarmente questo periodo di stop?
L’ho sofferto come fan, non come cantante. Vivo a Pescara, una cittadina né troppo grande né troppo piccola. Il problema principale è che l’ambiente musicale è chiuso. Ci sono 2/3 imprenditori che si spartiscono i locali e fanno suonare i loro artisti. Questo succede in tutta Italia ma, mentre a Milano è più probabile che trovi uno che ti fa suonare, a Pescara risulta impossibile. Inoltre ho litigato spesso con l’Amministrazione del Comune di Pescara, questo naturalmente non mi ha portato vantaggi riguardo alle fiere e ai festival organizzati dal Comune.
Hai parlato di ambiente chiuso ma nel 2017 il tuo debutto non è avvenuto in sordina. Solitamente la prima esibizione si svolge in locali piccoli, tu invece ti sei esibito alla Fiera internazionale del fumetto, dei videogames e dell’intrattenimento, di Roma (Romics)
E’ stata una fortuna/sfortuna. Fortuna perché ero già sotto contratto, per altri motivi, con la Greater Fool Media (un Network di YouTube che offriva servizi di management e promozione). Sfortuna perché, oggettivamente, non ero pronto (vocalmente parlando) a esibirmi. Dovevo ancora studiare.
Però, tornando al discorso di ambiente musicale chiuso, questo è un esempio. Mi sono esibito al Romics perché avevo un contratto con qualcuno che poteva darmi quell’opportunità.
Dovevi esibirti anche a Brescia per la prima volta… Come mai non è successo?
Dovevo esibirmi a Gennaio di quest’anno a Brescia… Poi il problema principale è stata la pandemia. Le date sono state spostate e io non sono riuscito a dare la mia disponibilità.
Prossimi progetti?
L’anno prossimo parto in Erasmus. Frequento l’Università e dopo gli studi l’obiettivo è andare a vivere in Canada, dunque sto già iniziando a viaggiare, a cercare nuove esperienze… Di conseguenza la musica verrà messa in pausa a Settembre. Pensavo, ma non è sicuro, di uscire con “I’ll Stay by the Window 2.0” prima di partire, così da “lasciare qualcosa”. Ma è tutto un forse.
Sicuramente la musica non lascerà mai me e io non lascerò mai la musica. E’ un rapporto troppo bello.
Sanremo Giovani? Ne avevi parlato brevemente con Il Messaggero, lo vuoi fare?
No. Già fino ad un anno fa ero entusiasta all’idea ma oggi non mi butterei in quella macchina. Sanremo Giovani non è un concerto normale; ti metti davanti agli occhi di milioni di spettatori e se fai qualcosa di sbagliato, magari neanche per colpa tua, hai finito di vivere. Mi piace guardare Sanremo, questo sì, ma cantare su quel palco non è il mio obiettivo.
Che ne pensi di Achille Lauro che andrà all’Eurovision per San Marino?
Premesso che a me Achille Lauro non piace, io infatti sono tipo da Riccardo Cocciante, Bocelli, Modà… penso che non ci sia nulla di male. Ho letto su internet dei commenti così insensati che chiuderei gli account agli autori. Gli hanno detto perfino “traditore”. Come se uno non può usufruire dei vantaggi che gli altri paesi mettono a disposizione di tutto il mondo. Oggi non dobbiamo più ragionare per confini. Per fortuna abbiamo ancora la libertà di viaggiare, non siamo cittadini di una nazione, siamo cittadini del mondo. Non è una frase che si fa per dire. Essere cittadini del mondo significa andare nei paesi e nei posti che ti offrono più opportunità e vantaggi.
Quest’anno guarderai l’Eurovision?
No. Ci sono artisti che non mi piacciono. Sanremo riesci a guardarlo anche se non c’è nessuno di interessante perché è uno show. A Sanremo ci sono ospiti, attori, comici. L’eurovision invece è solo una gara canora.
Quindi non farai il tifo per Blanco e Mahmood?
Non mi piacciono. Io vengo da degli studi musicali, tutt’ora sto studiando privatamente e parallelamente all’università. Blanco e Mahmood non si capiscono quando cantano. I cantanti, così come gli attori anche se non allo stesso modo, oltre ai vocalizzi devono imparare la dizione, come pronunciare le vocali, come usare il diaframma, ecc. Mahmood e Blanco, oggettivamente parlando, non hanno questa tecnica e nelle loro esibizioni fanno uso spropositato di autotune. Non si capisce quando cantano.