Dopo la sua rottura delle relazioni con il Marocco, l’Algeria misura oggi la portata del suo isolamento. Soprattutto l’ambasciatore iraniano ad Algeri ha sostenuto questa azione unilaterale. La giunta militare al potere effettivo avrebbe fatto a meno di proclamare tale sostegno, che conferma la sua alleanza con il regime dei mullah in Iran.
L'intervista dell'ambasciatore iraniano in Algeria, Hossein Machalchi Zadeh, al giornale online algerino "Elikhbaria" non è stata ripresa da nessuno dei media propagandistici del regime algerino.
Rispondendo dal suo ufficio alla domanda del giornalista del suddetto giornale online, l’ambasciatore iraniano ha dichiarato che occorre "concentrarsi sulle cause che hanno spinto all’adozione della decisione di rompere le relazioni diplomatiche, e non sulla decisione in sé". E aggiunge, come giustificazione della decisione radicale di Algeri, che "le ragioni invocate da Sua Eccellenza il Ministro algerino degli Affari esteri dovrebbero essere oggetto di seria attenzione e condurre a una risposta adeguata alle preoccupazioni dell’Algeria per le minacce che incombono sulla sua sicurezza e per gli attentati alla sua unità e alla sua sovranità ". E l'ambasciatore iraniano a stigmatizzare le relazioni del Marocco, senza nominarlo, con "l'entità sionista" (Israele ndr). Mentre tutti i paesi deplorano la decisione unilaterale dell'Algeria, solo uno la sostiene in questa decisione: Iran. È un caso?
Le dichiarazioni dell’ambasciatore iraniano lasciano ben pochi dubbi sulla vicinanza dell’Algeria al regime dei Mullah. Danno ragione al capo della diplomazia israeliana, Yair Lapid, che aveva reso nota il 12 agosto scorso a Casablanca alla stampa internazionale "preoccupazione per il ruolo dell'Algeria nella regione (Nordafrica e sahel), per il suo riavvicinamento all'Iran e per la campagna condotta contro l'ammissione d'Israele come membro osservatore dell'Unione africana".
Le parole di Yair Lapid sono state citate e a lungo commentate da Ramtane Lamamra tra le false accuse che hanno indotto il suo paese a decidere di rompere unilateralmente le relazioni diplomatiche con il Marocco.
Le parole di Yair Lapid sono state confermate all'indomani dello show del ministro AE algerino Lamamra dal portavoce del ministero degli Esteri israeliano Hassan Kaiba, il quale ha spiegato che le parole del capo della diplomazia israeliana si basano su "informazioni precise".
E aggiunge: "L'Algeria è diventata, dall'inizio della primavera araba, un passaggio per i movimenti terroristici su istigazione dell'Iran".
Per Tel Aviv dopo l'annuncio della rottura delle relazioni tra Algeri e Rabat, "Israele e Marocco sono una parte importante di un asse pragmatico e positivo nella regione, di fronte a un asse che va in senso contrario e che include l'Iran e l'Algeria".
Iran, quindi, l'unico paese al mondo a sostenere la decisione del regime algerino. Un sostegno accolto con un blackout mediatico ed ufficiale da parte della giunta che non vuole che la sua alleanza con l'Iran sia pubblica. Eppure, molti paesi sono ben consapevoli della presenza che il regime dei mullah desidera avere nel Mediterraneo occidentale, grazie alla complicità della giunta militare al potere in Algeria.
Alla luce del sole, l'Algeria è da sempre la meta dei terroristi, dopo Polisario, MUJAO, AQMI, Ansar Dine, il gruppo Adnan Saharawi dei campi di Tindouf, Stato Islamico in Gan Sahara (ISGS), ora la casta militare porta la sua ultima trovata, Hezbollah e Ayatollah nel Maghreb e nel Sahel, grande Sahara e Africa, e dopo, come fa sempre, griderà al complotto contro la sua stabilità accusando la "mano straniera", Israele, Occidente, tutti e particolarmente il Marocco.