La Trama.
Gianni, tassista romano la cui vita è prigioniera di una tediosa routine, si impossessa temporaneamente di una lussuosa villa, dando una svolta, fasulla, alla propria esistenza. I proprietari dell'immobile, però, si fanno vivi.
Il Regista.
Esordisce nel 1997 con il romanzo Gli angeli non mangiano hamburger e successivamente inizia a scrivere per la televisione e il cinema accanto a Luciano Vincenzoni e Tonino Guerra. A partire dal 1999, scrive le sceneggiature di Questa casa non è un albergo, Compagni di scuola, Grandi domani, Don Matteo, Il bambino della domenica, L'uomo che cavalcava nel buio, Il signore della truffa, K2 - La montagna degli italiani, Trilussa - Storia d'amore e di poesia. Ha inoltre ideato il soggetto di serie della soap-opera Cuori rubati e della serie televisiva Il commissario Manara.[senza fonte] Per il cinema firma sia pellicole d'autore come K. Il bandito di Martin Donovan e Litium cospiracy di Davide Marengo, che film campione di incassi come Natale a Beverly Hills e Natale in Sudafrica, con i quali vince due premi Biglietto d'oro. Nel 2007 pubblica un racconto Noir 00 nella raccolta Omicidi all'italiana edito da Colorado noir e distribuito da Mondadori e nello stesso anno inizia la collaborazione con Paolo Logli, con il quale fonda – assieme a Riccardo Irrera e Mauro Graiani - la factory di scrittura creativa 9mq storytellers. Nel 2008 vince il premio per la miglior sceneggiatura al Festival Internazionale di Salerno con il film Il bambino della domenica, e nel 2012 il premio per il miglior soggetto e sceneggiatura alla 33 esima edizione Una vita per il cinema, con il film K2 - La montagna degli italiani. Per il teatro firma la commedia sentimentale Una donna in casa, e i due musical Un po' prima della prima con Pino Insegno e Il pianeta proibito con Lorella Cuccarini. Nel 2017 esce nelle sale Chi m’ha visto? con Pierfrancesco Favino, Beppe Fiorello, Mariela Garriga e Sabrina Impacciatore di cui firma sceneggiatura e regia. Ha lavorato con sceneggiatori quali Martin Donovan, Tonino Guerra, Sandro Petraglia, Andrea Purgatori, Alessandro Camon, Luciano Vincenzoni, Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni e Neri Parenti.
L'Intervista
- Alessandro, una carriera a dir poco vertiginosa. Come si 'scivola' sulla giostra dei riconoscimenti?
La vita è una giostra, dei momenti siamo giù e dei momenti siamo su. La vera forza sta nella determinazione, nella passione che metti in quello che fai e nella consapevolezza che hai del tuo talento. Faccio questo mestiere da circa venticinque anni, prima come sceneggiatore e adesso anche come regista e se mi guardo alle spalle mi rendo conto che ci sono stati più momenti giù, che momenti su. Ma forse è proprio grazie a quei momenti giù che ho trovato la forza per oltrepassarli e andare avanti, con la stessa passione e determinazione di sempre. E adesso sono felice, sì. Fa sempre molto piacere vedere riconosciuto il proprio lavoro, vuol dire che c'è stata la semina giusta.
- Raccontaci qualche chicca del tuo ultimo progetto.
La cinematografia viene definita anche come la settima arte, perché racchiude tutte le altre. E' forse questo il vero motivo per cui amo così tanto il cinema, perché mi piace la scultura, l'architettura, la letteratura, la pittura, la musica e la danza. In “Chi m'ha visto” la musica è pregnante il protagonista è un chitarrista e ci sono un paio di momenti in cui Beppe Fiorello imbraccia la sua chitarra e suona al grande pubblico. Questa volta invece ho voluto valorizzare la danza. Ebbene sì, in “Tutta un'altra vita” avrete il piacere di vedere Enrico Brignano ballare. E lo fa anche molto bene, in compagnia della splendida e bravissima Ilaria Spada. E' stato molto divertente la sala prove ed anche molto utile, perché ha aiutato gli attori ad instaurare un rapporto di complicità e intesa indispensabile per le riprese del film.
- Regista, sceneggiatore, ma anche padre e marito. Come riesci a conciliare ?
Sono felicemente divorziato da dieci anni, quindi modificherei la domanda in “regista, sceneggiatore, ma anche padre e innamorato...”
La mia fidanzata, con cui convivo da dieci anni, è un attrice, e conosce perfettamente le dinamiche di questo mestiere. C'è una grande intesa e collaborazione tra noi ed è tutto molto naturale e stimolante. Le difficoltà magari ci sono con mio figlio, io vivo a Roma, lui a Milano. La distanza non aiuta, ma non c'entra il mestiere che faccio, anzi, sicuramente sono privilegiato rispetto a tanti padri separati che lavorano in fabbrica o che hanno le feste comandate. Le problematiche sono quelle di tutti coloro che hanno i figli che vivono distanti. Senti che ti manca la quotidianità e anche se ti sforzi ad esserci frequentandolo nei week end, telefonandogli tutti i giorni e massacrandolo di what's up, ti accorgi che ti stai perdendo qualcos, qualcosa di bello.
- Per rimanere sul personale. 'Pondi' come non l'avete mai visto. ' Un aneddoto?
Sono una persona trasparente e genuina, in altre parole tendo ad essere me stesso anche davanti agli altri, senza filtri. Ma se volete vedermi perdere letteralmente il senno, dovete mettermi su un aereo. Nonostante ormai lo prenda abitualmente ho sempre una gran paura. Viaggio con oggetti scaramantici, e per tutto il tragitto sono in tensione. Faccio addirittura sedere le persone quando si alzano per andare in bagno, per paura che l'aereo si sbilanci. Una volta, in un viaggio per Los Angeles, ho pizzicato al check-in il mio amico sceneggiatore Riccardo Irrera che viaggiava con me, chiedere ad un hostess se poteva dargli un posto a sedere distante dal mio, perché voleva farsi un volo in totale relax.
- Il tuo prossimo progetto?
Adesso godiamoci “Tutta un'altra vita” che dal 12 Settembre sarà in molte sale italiane. Per il futuro ci sono diversi progetti importanti ai quali tengo molto, ma è ancora tutto top secret.