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Santa Scorese: il ricordo del suo sacrificio ripropone il tema del "femminicidio", ancora attuale.

A 26 anni dall'assassinio. La sua storia, il suo messaggio.

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Santa Scorese, a buon diritto, può essere definita “martire” dei nostri giorni. Una giovane ragazza di appena 23 anni, una vita spezzata da mano crudele con 14 coltellate. Davanti a se, sogni, aspettative, progetti, infranti da un uomo, che illuso di amarla, l’ha perseguitata, ossessionata e poi tolto la vita.
Una vita ordinaria, come tante, ma intrisa di qualcosa di più, di una “forza” soprannaturale che la rendeva speciale, diversa e unica.
Vittima di stalking in piena regola all’epoca non perseguibile e che nessuno riesce ad arginare, né la scorta della polizia, né le varie diffide al giovane psicopatico;  tra le prime martiri, vittime di femminicidio, reato di cui ancora poco si parlava in Italia ed ancora coperto da un assordante omertoso silenzio, fatto spesso di paure e ritorsioni. Una donna vessata, perseguitata, persino aggredita ma libera dentro, capace di “voli alti”, di gesti coraggiosi,come quello di perdonare il suo aguzzino in punto di morte.
“Se dovesse capitarmi qualcosa, ricordati che io ho scelto Dio”, confidava al suo padre spirituale. La Diocesi di Bari ha riconosciuto nell’ episodio di Santa e nella sua vita tutti, nella eroicità con cui ha difeso la castità,  gli elementi previsti dai Canoni per l’istituzione del processo di Beatificazione che si è aperto, ufficialmente, nel 1998 con la fase diocesana.
Volgiamo ricordarla, oggi, a 26 anni da quei tragici momenti, per farla conoscere e far arrivare il suo messaggio di vita e speranza, perché non si parli più di “vittime di femminicidio” perché ogni donna possa trovare il coraggio di denunciare. Abbiamo intervistato la sorella, Rosa Maria Scorese, instancabile messaggera di Santa in tutta Italia. Il suo messaggio corre sulle sue gambe e sulla sua bocca.
Rosa Maria, parlaci di Santa: chi era tua sorella, il suo carattere, sogni, aspettative.
Santa è una ragazza “straordinariamente ordinaria e ordinariamente straordinaria” la mamma la chiamava la “vispa Teresa, “Ercolino sempre in piedi” per questo suo modo di essere, di vivere, sempre dedita ai bisogni degli altri ai quali si donava incondizionatamente. Il dono di se l’ ha portata a sognare di fare il medico, sin da piccola e pensavamo addirittura che volesse partire, andare lontano per amore del suo “Gesù’ abbandonato” ideale scoperto nel movimento dei Focolari e di mettersi a servizio come “Maria” figura di riferimento che aveva scoperta da piccolissima ed alla quale si era consacrata nella Milizia della Immacolata. Aveva un grande gusto estetico, amava il bello ed era perseverante in ogni obiettivo che si prefissava, amava la musica, era una “sorcina” una fan di Renato Zero ma anche di altri cantautori italiani ed amava lo sport. Santa amava riflettere ed affidava i suoi pensieri alla penna, intessendo un ricco rapporto epistolare con gli adulti di cui si fidava, come il nostro Parroco don Rosario Adamo, a cui chiedeva aiuta nel cammino di discernimento che come adolescente sentiva necessario; Un autentico carteggio d’ amore è il suo Diario, intriso di vissuti semplici ed autentici ma pervaso di un anelito di infinito.
Quale era il suo impegno sociale ed ecclesiale
Santa era ben inserita nel contesto ecclesiale, in parrocchia dai Salesiani e quindi alla scuola di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice, vivendo – tuttavia – anche altre esperienze che allargò venendo in contatto con il movimento dei Focolari, con la Milizia dell’ Immacolata del P. Kolbe e con l’ Azione Cattolica. Esperienze vissute tenendo sempre presente il “fulcro essenziale”: Gesù e Maria, figura a cui Santa tendeva: voleva essere una piccola Maria, madre, sposa, punto di riferimento, una “piccola stella polare”
Rosa Maria, sappiamo che è doloroso, ma ti chiediamo di ricordarci quel giorno. Cosa è successo e perché.
Santa ha 23 anni il 15 Marzo 1991 e quella sera tornava dalla parrocchia di Palo del Colle vicino a Bari e scendendo veloce dall’auto, corre verso casa impaurita. Viveva un incubo da tre anni: Giuseppe di Mauro, un ragazzo incrociato casualmente per le vie di Bari, la segue e la perseguita, come un’ombra, una vera ossessione che avvolge e stravolge la vita di santa che invece trascorre tra studio, parrocchia, sport, preghiera, aiuto agli altri. Papà ha assistito alla scena del “femminicidio” di sua figlia dal balcone e si precipita giù per soccorre Santa e sollevare dal suo corpo, quello dell’ assassino riverso sopra di lei. Sarà poi mamma a chiamare l’ambulanza per il trasporto in Ospedale ma sarà accompagnata d’ urgenza da mio zio e da Mario, mio marito e nel tragitto – nei momenti di coscienza – continua a ripetere che non può morire così a 23 anni. Si è tentato un disperato intervento ma quella notte Santa muore. Il Dott. Gelardi testimonierà, a distanza di 20 anni, la grande serenità che Santa riesce a comunicargli, nonostante il grande dolore che la stessa provava e soffriva.
Raccontaci qual è il tuo impegno per portare “Santa” ed il suo messaggio, per farne conoscere la figura ed il pensiero
Il mio impegno è quello di portare Santa ai giovani e indicarla come “segno di coerenza e del “vivere andando controcorrente” come di Lei disse la Lubich. Mi piace pensare che Santa cammini sulle nostre gambe e che possa continuare a parlare a molti per essere seme fecondo, perché molti giovani possono riconoscersi in lei, nella “ordinaria straordinarietà” di una vita, vissuta per amore, incarnando   altissimi ideali nella continua adesione al Vangelo. Mi preme anche che molte altre donne non debbano subire quello che è successo a Santa che non si è mai rassegnata e che a buon diritto, possiamo definire come antesignana della battaglia e delle denunce che ha firmato di suo pugno in più occasioni, che non si è mai arresa e che ha voluto sentirli libera, nonostante per tre anni sia stata scortata. Una vera aquila fatta per coli molto alti che conducono davvero verso l’ infinito per cui aveva un anelito grandissimo.
Conoscevi intimamente tua sorella, cosa pensi avrebbe oggi da dire e da suggerire ai giovani e alle donne. Quale messaggio lascia Santa alla Chiesa, alla società, al mondo
Se Santa oggi fosse tra noi, si batterebbe ed informerebbe le giovani donne istruendole al coraggio, intraprendenza, alla grande volontà, lanciando un messaggio di vita, vissuta in pienezza e di libertà, piuttosto che di soggiogazione, un messaggio di amore ma anche di consapevolezza e di speranza.

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