A tu per tu con Nadia Marino
Nadia, musicista, cantautrice un’artista a 360 gradi. Non ti fermi mai?
Con la mente mai, infatti spesso in certi periodi soffro di insonnia. Mi è capitato di non avere molta ispirazione musicalmente parlando ed è in quei periodi che faccio altro, mi dedico al fai da te, ai fiori, mi piace molto lavorare con il legno, riverniciare o impregnare mobili vecchi, sedie antiche, mi piace tutto il mondo dell’interior design, mia altra grande passione. Mi è capitato di mettere in piedi uno spettacolo musicale per teatro anni fa, proprio quando avevo finito di lavorare alla mia tesi di laurea e non avevo nulla da fare, e giornalmente faccio qualcosa per approfondire la lingua inglese. Guardo molti film, leggo, gioco a “The Witcher”, solo i nerd mi possono capire, insomma faccio cose molto da nerd. Potete immaginare che da musicista a tempo pieno ho molto tempo libero e lo impiego cercando di assorbire da tutto ciò che ritengo “inspirational”, non so davvero come dirlo in italiano. D’altro canto non faccio shopping, esco solo per cose utili e necessarie, non passo ore davanti allo specchio, mi prendo cura della casa e di chi ci vive, cucino, invento, conservo tutte le bocce di vetro per farne dei portacandele, aggiungendo qualcosina di carino con la colla a caldo...ve lo aspettavate? Ho avuto un periodo in cui disegnavo, ma non è la mia passione, scrivo, più nella mente che nella carta, cerco di rendere la mia vita meno noiosa possibile e non aspetto che siano gli altri a intrattenermi.
Quale sarebbe la tua fonte d’ispirazione?
Ecco, ho anticipato un pò...tutto ciò che porta la mia mente ad avere degli orgasmi intellettuali, film, storie, io amo le storie, infatti il gioco di cui parlavo prima ,“The Witcher”, è un capolavoro, mi fa sognare, mi fa alienare, è fantasy e molto poetico. Trascorro ore a guardare performances dal vivo su youtube di artisti che ritengo assolutamente geniali anche nelle loro semplicità:LouRhodes, CatPower, Eddie Vedder, Charlotte Gainsbourg, Bjork, Glen Hansard. La realtà mi ispira poco a volte, sono sincera, e per trarre ispirazione da essa cerco di distorcerla con la mia mente, ecco, l’illusione mi aiuta. A volte io e il miocane Yvaine entriamo in contatto con lo sguardo, accade sporadicamente, ma quando succede io mi illudo che sia reale, che lei mi legge nel pensiero ed è in grado di capire tutto quello che le dico. É una bellissima illusione e nel mio universo è reale. Altra fonte di ispirazione sono persone reali da cui so di poter imparare tantissimo e per lo più si tratta di persone molto più grandi di me: c’è stato il mio insegnante di lettere al liceo, il professore Niccolò Di Rosa, a lui devo la mia prima canzone e la mia crescita interiore negli anni in cui inizi ad approcciarti a te stesso; c’è stato Colm O’ Neil, un ubriacone celebre di Dublino a cui volevo molto bene, lui era assolutamente fuori da ogni realtà, infatti tutti lo conoscono come il re d’Irlanda, The King of Ireland. Anche persone reali che non ho mai potuto conoscere come Alan Rickman, scomparso da pochissimi giorni, che è stato a mio parere uno degli attori più eccelsi al mondo e non lo si può intuire senza ascoltare la sua voce originale. Infine non posso non menzionare Marco Di Stefano dal quale sto apprendendo moltissimo grazie al suo progetto “Il teatro della comunità”.
L’autore cui fai riferimento? Se c’è ovviamente.
C’è sempre qualcuno a cui vorresti somigliare, ma non in senso puramente pratico, nel senso che non mi sognerei mai di imitare la voce o il genere di qualcuno, ma sicuramente riconosci che dei personaggi ostentano delle caratteristiche che tu sai di possedere ma che ancora non sono venute fuori, ad esempio: dopo un pò che la gente ti riconosce per la caratteristica della voce virtuosa e potente e senti che questo non ti gratifica in pieno, intuisci che c’è qualcosa dentro di te che ancora non hai espresso, infatti approfitto di questa intervista per annunciare che quando uscirà il mio disco Dreamscape, metterò in piedi un tour e un sound più vicino al prossimo progetto che a Dreamscape stesso. A volte gli amici musicisti che lavorano con te si preoccupano per te e ti danno dei consigli, come ad esempio mettere in piedi una rock band in modo da poter suonare il disco così com’è, elettrico, a trattielettronico e tendenzialmente rock. Ma io questa volta vorrei ascoltare il mio cuore, il mio istinto e portare un progetto rock in teatro, rinunciando alla batteria e alla chitarra elettrica, perchè sento di essere diversa da come la gente mi conosceva tempo fa e il mio interesse e desiderio è presentarmi come io realmente so di essere adesso, voglio essere autentica fottendomene delle strategie. La musica è verità, e se seguire la veritàmi farà avere meno successo ebbene sia. E so che la strada che sto percorrendo è quella giusta, non so per il mercato discografico, ma sicuramente lo è per me.
Le tue esperienze passate sono state fonti inesauribili per l’iter della tua carriera?
Tutto quello che vivi è utile, a volte lasci scappare delle occasioni, a volte pensi di aver perso tempo, ma credo che alla fine la matassa si sbrogli miracolosamente. E adesso che ho questi benedetti 30 anni e mi guardo indietro, vivo con grande nostalgia e con felicità quelli che pensavo fossero i momenti più infelici della mia vita. Catania e la solitudine, una solitudine cercata e voluta, ma a volte pesante e struggente, il tempo perso a leggere libri di Coelho invece di studiare per l’università, la ricerca dell’amore vero, il vagare senza meta in una città piena di storia. Sistemare l’appartamento dei nonni e avere paura di tornare a vivere in una piccola città, e quindi viaggi, ancora solitudine, il sentirsi sempre una disadattata. Eppure adesso sono felice, adesso è bello poter raccontare le stronzate fatte a vent’anni, come chiudersi fuori di casa e dover trascorrere tutta la notte fuori a Catania, con la paura da un lato, e la sicurezza di potersela cavare dall’altro, o perdere l’ultimo autobus ad Acitrezza e tornare a Catania a piedi, andare a dormire alle 6 del mattino con i piedi consumati e con la felicità negli occhi, felicità di essere una persona controversa, avventurosa e coraggiosa con tratti di follia e stupidità. Ma chi se ne frega?
Cosa ne pensi di Sanremo? Pensi che sia una competizione che garantirebbe il trampolino di lancio per talenti?
Niente garantisce niente. Sei tu a dover garantire per te stesso. Sappiamo benissimo che anche se hai vinto Sanremo nessuno ti garantisce che a distanza di quindici anni tu non sia costretta a fare il provino di The Voice per farti ricordare dalla gente. E nessuno ti garantisce che quel provino vada bene. Prima mandavamo solo messaggini col telefono, adesso nessuno può comunicare in questa società senza uno smartphone e alla fine anche gli anziani imparano ad usarli. La stessa cosa vale nella musica, io sono una sostenitrice dell’evoluzione nel canto e nell’arte in generale. Dopo un pò bisogna evolvere, se no resti molto indietro. Se non vuoi evolvere allora cambia mestiere. Quindi Sanremo può lanciarti fino a un certo punto, se non ci metti del tuo cadi e ti fai male. Per quanto mi riguarda non ho interesse verso Sanremo, non ho interesse verso il mercato. Io non mi reputo un prodotto in vendita, non sono merce di scambio. Io amo i mercatini delle pulci, trovo sempre qualcosa di magico, ho perfino trovato un tagliaunghie a forma di chitarra. Ecco io voglio essere quel tagliaunghie, una cosa che puoi trovare solo cercando.
Quali sono i tuoi progetti futuri, ce ne parli?
Sono molto eccitata per il futuro, soprattutto perchè ho con chi condividerlo. So che ci vorrò molto lavoro e tempo, ma vorrei mettere su uno spettacolo e farlo crescere sempre di più, dipendentemente dai fondi che avrò, dato che tutto costa. Vorrei che mia sorella Tamara sviluppasse un progetto visivo che dia una cornice alla performance musicale. Lei ancora non lo sa, ma non può dirmi di no visto che è mia sorella! Scherzo, il fatto è che Tamara ha curato l’aspetto grafico del disco, e sarò antiquata ma il messaggio visivo è importante tanto quello uditivo. Dreamscape dovrà essere come una dolcissima ipnosi, basta con Nadia “la rockettara”, Nadia “la cantante jazz”, Nadia “quella di The Voice”. Io sono Nadia e basta, non catalogatemi, non impacchettatemi, io sono segno d’aria, se mi confinate a un genere io mi sento soffocare, sono Nadia in movimento, in evoluzione. Se vi chiedono chi è questa Nadia Marino rispondete che è una musicista. I musicisti non si fermano mai.