Il presidente dell'Inps Tito Boeri sta mettendo in campo un proposta che rivoluziona il sistema previdenziale e assistenziale, per sostenere attivamente con un reddito minimo chi supera i 55 anni di età . Nelle proposte il riordino delle prestazioni collegate al reddito e il ricalcolo dei vitalizi, più gli interventi sull'uscita flessibile e le pensioni dei sindacalisti.
Tra le cose da cambiare anche le attuali prestazioni assistenziali, considerando la "cattiva selettività degli strumenti esistenti" e l’introduzione della flessibilità nel sistema pensionistico con uscite anticipate a 63 anni e sette mesi, con una riduzione dell'assegno che si applica alla sola quota retributiva e che tende ad assottigliarsi nel corso del tempo. Quindi le diminuzioni medie, spiega, "non eccedono il 10-11% e diminuiscono negli anni".
L'Inps vuole anche eliminare il dislivello che intercorre tra le pensioni dei sindacalisti dal settore pubblico rispetto al trattamento riservato agli altri lavoratori. I dirigenti sindacali, spiega, non potrebbero così più farsi versare contributi dall'organizzazione a "condizioni molto più vantaggiose di quelle riservate alla valorizzazione a fini pensionistici dei contributi versati dagli altri lavoratori".
Tuttavia secondo fonti del Ministero del lavoro queste proposte “rivoluzionarie” sono al momento rinviate perché contengono misure "che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi". Per evitare gli oneri, sottolineano le stesse fonti, "servono risorse" che ora non ci sono.