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Perchè in Italia sono aumentate le tasse sulla casa

La Cgil in una ricerca analizza i motivi dell'aumento sulle imposte legate alla casa

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La Cgil ha ricordato che le tasse sulla casa in questi ultimi anni sono aumetate a causa di alcuni fattori: 

- l’introduzione anticipata dell’Imu a partire dal 2012 in sostituzione dell’Ici e di una parte dell’Irpef prelevata sugli immobili;

- la sostituzione della Tarsu (ultimo anno di applicazione 2012) con la Tares (2013) divenuta successivamente Tari (2014), con un ricarico finale complessivo sui soggetti passivi pari a circa 2 miliardi annui;

- l’introduzione della Tasi (2014), per un gettito complessivo di 4,6 miliardi, destinato a sostituirsi alla mancata riscossione dell’Imu sulle abitazioni principali (sostanzialmente abolita dal 2013).

Imu – L’Imposta Municipale propria è nata con il decreto Salva Italia in sostituzione del’Ici. Sono tenuti al pagamento i proprietari di immobili adibiti a abitazione principale rientranti nelle categorie catastali A1, A8, A9 (abitazione di tipo signorile, ville, castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici). Sono esclusi i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale classificati nelle categorie catastali: A/2, A3, A/4, A/5, A/6, A/7 (abitazioni di tipo civile, economico, popolare, ultrapopolare, abitazioni in VILLINI).

Tasi – La tassa destinata a FINANZIARE i servizi indivisibili comunali è dovuta da proprietari di immobili e dagli inquilini di immobili concessi in locazione. A differenza dell’Imu, la Tasi è dovuta sull’abitazione principale a prescindere dalla classificazione catastale. A stabilire la quota di Tasi a carico dei conduttori è il Comune, che può variare la percentuale tra il 10 e il 30%.

Tari – La nuova tassa sui rifiuti è dovuta dai soggetti passivi che occupano locali e aree scoperte, a qualsiasi titolo utilizzate, situate nel Comune.

Nel 2016 verrà introdotta la local tax, che assorbirà Imu, Tasi, addizionali Irpef, lasciando in vita solo la Tari (la tassa sui rifiuti). Verrà gestita interamente dai Comuni, che potranno decidere secondo le loro esigenze contabili le aliquote, entro un valore massimo e uno minimo deciso dallo Stato.

 

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