La Manovra riparte dopo la frenata. L'approdo in Aula è previsto mercoledì 18 dicembre con l'approvazione venerdì 20. Il maxi emendamento elaborato dal governo è stato spacchettato in sei emendamenti in base alle materie trattate e depositato in commissione Bilancio della Camera a firma dei relatori e non del governo. Il documento unico era stato presentato ieri nel tardo pomeriggio ma, in base alle regole parlamentari attuali, in commissione non può essere depositato un maxi emendamento. Le opposizioni hanno sollevato la questione, chiamando in causa la presidenza della Camera e ottenendo il suo spacchettamento. Un lavoro, questo, che ha richiesto tempo per redistribuire correttamente le coperture nei tre testi elaborati.
Inoltre, è stato depositato anche un altro pacchetto di emendamenti dei parlamentari riformulati dall'esecutivo che contengono anche alcune proposte che si trovavano nel maxiemendamento.
A quanto si apprende, domani arriverà un altro pacchetto di non onerosi. La scadenza per i sub emendamenti è stata fissata per oggi alle 20,30. Sempre domani riprenderà , alle 10,30, la seduta in commissione Bilancio, con l'obiettivo di arrivare a dare il mandato ai relatori martedì.
Potrebbe essere confermato l'emendamento sugli aumenti degli stipendi per i ministri non parlamentari, equiparati a quello dei ministri parlamentari che ieri ha scatenato gli attacchi delle opposizioni. 1,3 milioni di euro all’anno di spesa per otto ministri e una decina tra viceministri e sottosegretari a cui andrebbe adeguato il trattamento economico per parificarlo a quello dei colleghi eletti.
"Mentre con una mano aumentano gli stipendi ai ministri, con l'altra bloccano il salario minimo. Che non si dica che questo governo non sa scegliere le priorità ", l'affondo della segretaria Pd Elly Schlein. Durissimo anche il Movimento 5 Stelle per cui la scelta del governo "grida semplicemente vendetta" e bolla come "vergognosa norma per aumentare gli stipendi ai ministri non parlamentari".
Difende invece la sostanza dell'emendamento proponendone però lo slittamento dell'applicazione alla prossima legislatura il ministro della Difesa Guido Crosetto. "I relatori della legge finanziaria hanno pensato che fosse giusto e ragionevole che i ministri, quelli che non sono parlamentari, dovessero avere lo stesso trattamento di deputati e senatori. Io penso che sia giusto", scrive Crosetto in un lungo post su X. "Se non è il caso di estenderlo anche ai ministri non parlamentari, in questi anni ed in questa legislatura, penso che l’emendamento debba essere mantenuto per chi verrà dopo di noi, perché è giusto e si basa sugli stessi principi che ho sempre difeso per i parlamentari e chi lavora nelle Istituzioni. E continuerò a difenderlo, pur consapevole che varrà anche per personaggi di cui non ho stima. I relatori del testo in questione hanno voluto presentare un atto giusto e sensato che va difeso come principio e siccome non ci servono inutili polemiche pretestuose per smorzarle basta prevedere che non valga per gli attuali membri del Governo non parlamentari ma solo per i ministri dei futuri Governi".