“Quando parliamo di lavoro e di genitorialità arriviamo a occuparci delle misure di welfare, di relazione positiva tra tempi di vita e tempi di lavoro ma non parliamo del fatto che il genitore sviluppa competenze che sono estremamente utili e importanti anche nel rapporto di lavoro: la capacità di affrontare situazioni complesse, di decidere, la capacità di saper essere oltre che di saper fare. Sono quelle che, nel mondo del lavoro, sono le soft skills e che le aziende chiedono sempre di più. Chi è messo alla prova con la genitorialità, le sviluppa necessariamente”. Così Annamaria Trovò Consigliere di amministrazione Fondimpresa, nel suo intervento, questa mattina all’Adnkronos Q&A, 'Essere genitori oggi, tra scienza e welfare'.
“Sono molto interessanti gli spunti nati da questa indagine che, ancorché non scientifica, mette in campo dei punti su cui riflettere - aggiunge Trovò- Sono abbastanza sconfortata quando vedo che di famiglia si parla ormai principalmente nel raccontare episodi di cronaca nera o per parlare di gelo e di inverno demografico. In quelle poche domande emerge in modo chiaro che i progetti di vita vengono ostacolati quando non sono soddisfatti i bisogni di base. Quando gli intervistati rispondono che ‘il figlio sì quando avrò le condizioni giuste’ o ‘il figlio sì ma devo avere un reddito più alto’ e danno un giudizio così lapidariamente negativo su tutte le politiche, aziendali, istituzionali a sostegno della genitorialità, ci descrivono qualcosa di negativo al quale noi dobbiamo cercare di porre rimedio”.
La valorizzazione della genitorialità “potrebbe essere di interesse - osserva - In Fondimpresa, che è un ente paritetico bilaterale che nasce dall'iniziativa delle parti sociali e Confindustria, c'è un impegno nel formare e far crescere le competenze dei lavoratori. Non posso dire che ci siano iniziative formative dedicate a educare sui rischi sanitari dell'infertilità, però c'è una forte responsabilizzazione sul fatto che le persone, per tutto il loro percorso lavorativo, devono vedere continuamente alimentate le loro competenze per non invecchiare professionalmente e per continuare ad alimentare la capacità di apprendere. Cosa che non si può perdere alla fine del percorso di studi tradizionale".