La sospensione dei mutui per imprese agricole e non, e famiglie resta una pia illusione.
Andiamo per gradi. La norma sostiene che, al fine di consentire l’accesso alla sospensione dei mutui a imprese e famiglie, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ed il Ministero dello Sviluppo Economico entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità comma 246 per il 2015 e, previo accordo con l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e le Associazione dei rappresentanti delle imprese e dei consumatori, concordano, senza oneri per la finanza pubblica, le misure necessarie al fine di sospendere il pagamento della quota capitale delle rate per gli anni dal 2015 al 2017.
Il 31 di marzo è la data ultima per definire le modalità operative atte a sospendere i pagamenti della quota capitale delle rate, ma il Governo Renzi non ha nemmeno iniziato una serie di incontri con le parti dimostrando ancora una volta il totale disinteresse per la situazione economica reale del Belpaese.
L’unica parte che ha iniziato un ciclo di incontri è l’ABI che, ovviamente, procederà alla tutela dei suoi associati e non di chi vive nella vita quotidiana le difficoltà economiche generate dalla crisi.
La gestione delle domande di sospensione dei mutui da parte degli Istituti di credito, appare simile ad un racconto comico o meglio tragicomico: totale assenza di registrazioni nei sistemi informatici dell’Istituto, pochissime risposte scritte e qualche risposta via telefono, sfuggendo così a qualsiasi impegno formale.
Durante questo periodo di silenzio da parte dei nostri “amati” politici le famiglie e le imprese sprofonderanno ulteriormente nelle loro difficoltà perché, dopo aver fatto una richiesta di sospensioni per reali problemi di liquidità, si andranno a moltiplicare le segnalazioni interbancarie generando un vortice senza possibilità di ritorno.
Ma gli Istituti di credito non sono stati finanziati dalla BCE per dare risorse alle famiglie ed alle imprese?