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Tabacco, De Meo (Ppe): "Accordo di filiera è modello su cui insistere per creare innovazione"

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"L'accordo di filiera integrata in agricoltura è un modello che ha dato già risultati importanti. Nel caso specifico della filiera tabacchicola, credo abbia confermato, smentendo anche alcuni falsi luoghi comuni, che rappresenta un valore aggiunto, quindi sono molto contento che Coldiretti abbia voluto rinnovare insieme a Philip Morris questo accordo che tra l'altro conferma la capacità produttiva dell'Italia con valori che si aggirano intorno a circa 20 miliardi e con un numero di addetti importante: se è vero che le aziende aderenti all'accordo hanno aumentato il loro valore è altrettanto vero che quelle che sono rimaste fuori hanno avuto una diminuzione di valore di circa il 14%". Lo ha detto l’europarlamentare Salvatore De Meo a margine dell’evento ‘Il valore degli accordi di filiera integrata in agricoltura’, organizzato dal centro studi Divulga e tenutosi a Roma presso Palazzo Rospigliosi, che ha evidenziato un gap di redditività del 25% tra i coltivatori aderenti all’accordo di filiera tra Coldiretti e Philip Morris Italia e i non aderenti.  

“Questa - ha osservato - è una buona pratica, è un modello che va replicato ulteriormente su cui bisogna insistere perché si creino quelle condizioni di innovazione di sostenibilità vera che vede gli agricoltori di qualsiasi produzione impegnati in una sostenibilità che trova anche una sua declinazione non solo ambientale ma anche sociale e produttiva.” 

“C'è un lavoro sinergico da rafforzare ulteriormente. Il tabacco sicuramente non è un prodotto che trova un approccio positivo in Europa ma abbiamo invece fatto capire che si sta evolvendo anche la produzione del tabacco riscaldato come strumento che possa consentire una diversificazione e pian piano anche arrivare eventualmente ad una riduzione del fumo. Noi abbiamo bisogno di proteggere il made in Italy nella sua complessità: la iper-regolamentazione molto spesso produce un effetto contrario ed evidentemente anche di demonizzazione. Insisteremo proprio per far capire che dietro a ogni prodotto molto spesso abbiamo aziende a gestione familiare che intendono mettersi in discussione per garantire ulteriori standard qualitativi e anche di tipo ambientale. Questo è il tema che sosterremo proprio perché il made in Italy diventi un elemento identitario di tutto il continente europeo” ha concluso De Meo. 

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