Nonostante l'incerto scenario economico, l'aumento dei costi riferibili all'energia ed il rialzo dei tassi di interesse, cresce la richiesta di prestiti da parte delle famiglie italiane, sia per sostenere piccoli e importanti investimenti, che per l'acquisto di una casa. Lo studio condotto da CRIF evidenzia inoltre il deciso allargamento degli utenti che hanno sottoscritto almeno un contratto di credito rateale, pari al 46% circa, in crescita di quasi l'8% rispetto allo scorso anno. Un dato che certifica un chiara e marcata ripartenza dei i consumi sostenuti da finanziamenti concessi a condizioni decisamente convenienti; l'analisi del tasso di default certifica infatti che le 'sofferenze' si attestano intorno all'1%. Nello specifico i nuovi richiedenti hanno una età media di 32 anni (contro i 46 di chi ha già un credito attivo ), e nel 41% dei casi hanno meno di 25 anni.
La geografia del credito evidenzia una situazione nazionale variegata, contraddistinta da marcate differenze su base regionale con riferimento ai prestiti chiesti dai nuclei familiari. Le cause del fenomeno sono riconducibili principalmente alla diversa attitudine a produrre reddito e risparmio, ma specialmente il costo degli immobili che sottoposti a notevoli variazioni dal punto di vista territoriale . A condizionare il ricorso a un prestito è anche la diversa inclinazione a preferire un familiare o un amico per pianificare un acquisto rilevante, a svantaggio dei consueti canali. In vetta alla classifica troviamo la Valle d'Aosta (56% della popolazione con almeno un prestito attivo), poi Toscana (51%) e Lazio (50%). In coda Basilicata (36%), Campania (39%) e Trentino Alto Adige (26%). Supera il 50% la richiesta di prestiti finalizzati per l'acquisto di beni e servizi: Si ferma invece al 20% circa la domanda di mutui per l'acquisto della casa. Il valore medio mensile della rata (pro capite) si attesta intorno ai 300 euro; in deciso calo rispetto agli anni precedenti mentre le regioni con un reddito disponibile sopra la media come Trentino A.Adige, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli V.Giulia sono quelle dove i consumatori versano rate di prestito più elevate: Sotto la media troviamo invece Molise, Sardegna e Calabria. Si evidenzia inoltre come l’aumento dell’indice Euribor a 3 mesi abbia determinato un deciso aumento dell’importo della rata dei mutui a tasso variabile in via di rimborso, inducendo le famiglie a sottoscrivere contratti a tasso fisso o tasso variabile con CAP. Nonostante la situazione di insistente incertezza, permane la dinamicità della domanda dei mutui da parte dei giovani, con oltre 1/3 delle richieste presentate da under 35.