di Filippo Virzì
Le Segreterie Regionali e i Coordinamenti del Banco di Sardegna di FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN esprimono forte disappunto per i primi atti del Piano Industriale del Gruppo BPER e in particolare per le delibere che prevedono lo spostamento di lavorazioni dalla Sardegna verso la Penisola.
"E’ inaccettabile - dichiarano - che intere lavorazioni vengano inopinatamente spostate da zone depresse del Paese, già di per se povere di opportunità occupazionali, a vantaggio di territori fra i più ricchi di Italia.
Il Piano Industriale che prevede un esubero strutturale di 1300 unità si basa su una massiccia uscita di personale e la Sardegna anche questa volta da il maggior contributo con circa 600 persone".
"Questa manovra - spiegano i sindacati - produce forti carenze di organico nella Sardegna, e nel Mezzogiorno e nella provincia di Modena,sede della Direzione Generale della Capogruppo, e una forte eccedenza di personale nella vicina provincia di Bologna per via dell’operazione di Fusione di Banca UNIPOL.
Il Gruppo BPER per risolvere il problema degli esuberi di Bologna ha deciso di trasferire lavorazioni dalla Sardegna e dal Mezzogiorno, lasciandosi le mani libere per le assunzioni nella provincia di Modena, penalizzando la Sardegna di 350 posti di lavoro che sarebbero potuti essere destinati a giovani Sardi.
Dopo tanti anni per la prima volta sarebbe possibile assumere nel credito in Sardegna centinaia di giovani, questa opportunità rischia di saltare per una decisione insensata".
"Come fronte sindacale unitario - concludono FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN, abbiamo delle responsabilità nei confronti dei colleghi che rappresentiamo ma anche nei confronti del territorio e del popolo Sardo, motivo per cui saremo impegnati, in nome dei nostri giovani, in numerose azioni per difendere il lavoro e le lavorazioni".