E’ possibile guadagnare (almeno) il 30% all’anno garantito su un investimento, quindi senza alcun rischio, in un periodo di tassi zero? La risposta è si ed è legale! Ma se i rendimenti del BTP sono a nemmeno il 2% all’anno, i tassi della BCE sono negativi, chi può darti il 30% senza alcun rischio? La risposta sono i fondi pensione.
Come direbbe qualcuno: “Venghino signori venghino, non c’è trucco, non c’è inganno”.
Il segreto di questo rendimento stratosferico risiede nella fiscalità dei fondi pensione. Di solito ci si lamenta delle tasse che lo stato italiano ci chiede in mille modi, una delle poche volte che invece i soldi vuole restituirceli vale la pena capire bene in che maniera e approfittarne.
I versamenti sui fondi pensione godono della deducibilità dal reddito entro la soglia dei 5164 euro annuali. Questo significa che, grazie alle somme versate sul proprio fondo pensione entro questo limite, al momento della dichiarazione dei redditi nell’anno successivo pagherò (o riceverò un rimborso) minori tasse calcolate in base all’aliquota marginale IRPEF, cioè l’aliquota più alta che ciascuno paga sul proprio reddito. Facciamo un esempio per chiarire. Considerando che l’aliquota IRPEF più bassa è pari al 23% per ogni 1000 euro versati (entro il limite di deducibilità) il fisco mi rimborserà almeno il 23% (fino ad un massimo del 43% per i redditi più alti). Questo significa che sulla posizione pensionistica mi ritroverò un investimento per un valore di 1000 euro avendone però solo tirato fuori 770, in quanto i 230 euro ce li mette lo stato italiano. Il mio guadagno in percentuale è presto calcolato:230/770=30%. Per i redditi più bassi, quindi, il rendimento annuale è almeno del 30% che può salire fino al 75% per chi ha la tassazione massima (43% di aliquota IRPEF:430/570=75%).
Le somme versate sono poi investite (a scelta dell’aderente al fondo) in varie tipologie di asset finanziari, da semplici obbligazioni a titoli azionari, quindi un ulteriore rendimento deriva nel tempo dalla rivalutazione delle somme investite. Esistono anche linee garantite per cui la società investitrice si impegna contrattualmente a rimborsare almeno le somme versate, quindi non c’è alcun rischio per l’investitore che invece incassa annualmente almeno il suo 30% di rendimento.
I vantaggi fiscali tuttavia non finiscono qui. Oltre ad essere esenti dall’imposta di bollo i guadagni che le somme del fondo pensione dovessero generare negli anni godono di una tassazione agevolata del 20% rispetto a quella standard del 26% (capital gain tax).
Inoltre, una volta maturati i requisiti per andare in pensione i versamenti effettuati negli anni possono essere parzialmente o totalmente richiesti (se non superano certi limiti) altrimenti la rendita che ne deriva è assoggettata ad una tassazione agevolata che varia da un massimo del 15% ad un minimo del 9% (in base all’anzianità del piano) quindi comunque più bassa del 23% che rappresenta l’imposta minima sui redditi.
Il crescente debito pubblico italiano e in cambiamenti della struttura demografica rendono necessarie forme integrative di pensione per assicurare un tenore di vita soddisfacente negli anni di maggior bisogno. Tuttavia, sebbene il risparmio sia destinato agli anni della pensione, vi sono alcune circostanze in cui le somme versate possono essere prelevate ed utilizzate anche prima. Di questo parleremo nel prossimo appuntamento…
Alberto Marracino
Consulente finanziario
Cell.: 338 7195083