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Il boom licenziamenti per giusta causa è colpa di internet non del Jobs Act

Tito Boeri spiega che i licenziamenti sono aumentati per la norma sulle dimissioni online

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Tito Boeri,  nel corso di convegno all'Università Cattolica spiega che il  boom dei licenziamenti per giusta causa non è dovuto al Jobs Act ma  alla norma sulle dimissioni volontarie che bisogna fare online utilizzando il Pin sul sito del Ministero.

Analizzando i dati sul licenziamenti  , gli addetti hanno visto che  il grosso dell'incremento era ai lavoratori stranieri soprattutto a partire dal marzo 2016 e non è quindi il Jobs Act, le cui date importanti sono gennaio e marzo 2015. Nel marzo di quest'anno invece c'è stata la norma sulle dimissioni volontarie che bisogna fare online utilizzando il Pin dell'Inps sul sito del Ministero.

Boeri ha spiegato : “ Si è visto che soprattutto per i lavoratori stranieri, ma anche per gli italiani, c'è stato un crollo delle dimissioni volontarie, in contemporanea con questa crescita dei licenziamenti per giusta causa soggettiva. Quello che pensiamo sia successo, e che stiamo ancora approfondendo, è che tra alcune etnie c'è un numero molto basso di persone con il Pin, quindi visto che era complicato fare le dimissioni online, riteniamo che si siano accordate con il datore di lavoro, spesso della stessa etnia, per dichiarare dei licenziamenti per giusta causa soggettiva".

Questo fa capire secondo  Boeri che occorre migliorare l’accesso dei lavoratori stranieri alla procedure online del ministero del Lavoro, traducendo almeno tutto in inglese  e aumentare il numero dei lavoratori che hanno il Pin."

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