2015: l’anno del boom delle assunzioni a tempo indeterminato.
Lo certifica l’Inps, che a metà settimana della scorsa settimana parlava trionfalmente di una crescita di posti di lavoro fissi pari a 2,4 milioni (nel saldo sono comprese anche le tante fortunate evoluzioni dei rapporti a termine e degli apprendistati). Al contrario, le perdite del lavoro cosiddetto stabile non sarebbero superiori al milione (1.684.911, per gli amanti del pallottoliere). Il saldo complessivo è dunque altamente positivo, +764.129. Nettamente dietro le spalle la brutta (e buia) nottata del 2014, allorché si contarono 52.137 posti di lavoro non precario volatilizzati.
In mezzo a quelli delle feste, nel dicembre dello scorso anno si è registrato un botto non meno fragoroso ma ben più importante: quello delle assunzioni a tempo indeterminato con gli sgravi previsti dalla legge di stabilità: sono il doppio di novembre, per la precisione 272.512. Complessivamente in tutto il 2015 felix i posti stabili con sgravi fiscali ammontano a 1.442.725. Bene anzi benissimo la vendita dei voucher (buoni lavoro del valore nominale di 10 euro il cui possesso dà diritto a coloro che svolgono lavori discontinui o precari di essere regolarmente retribuiti): +66,1% rispetto al 2014, ossia 114.921.574, quasi una corsa all’oro.
Il premier Renzi ha affidato la sua soddisfazione ad uno dei tweet inviati mentre era in in visita di Stato a Buenos Aires: “Altro che violenza e prevaricazione, il Jobs Act ha generato una marea di nuovi contratti a tempo indeterminato. Amici gufi, siete ancora sicuri che non funzioni?”. “Stiamo rimettendo in moto il paese, non ci fermeremo con le riforme.”