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Ue, nuova polizia di frontiera allo studio

Alle viste modifica accordi Schengen

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Andare oltre Frontex.

La Commissione Ue propone un’Agenzia di guardie di confine, da creare come superamento dell’agenzia che sorse nel 2004, proprio allo scopo di coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri in materia di gestione delle frontiere comuni Ue.

Il punto più dibattuto del piano – attualmente al vaglio di Consiglio e Parlamento – è l’intervento alle frontiere di Paesi incapaci di controllare le loro frontiere, o comunque non attrezzati, anche contro la loro volontà. Ubi maius periculum, minor cura cessat:: qualora la vulnerabilità o l’inadeguatezza nella difesa del proprio confine da parte di uno Stato metta a rischio la zona Schengen, è necessario rovesciare il principio del consenso operativo alla base di Frontex  e attuare un intervento d’imperio, da concretizzarsi, appunto, per mezzo di una forza militare speciale che, si stima, potrebbe essere composta da 5000 unità.   

Inoltre all'interno dell'agenzia sarà costituito un Ufficio europeo per i rimpatri che invierà squadre speciali di intervento composte da esperti che lavoreranno per rimpatriare i migranti senza diritto di asilo.

La coomissione propone, nello specifico delle modalità tecniche, una modifica mirata agli accordi di  Schengen per rendere obbligatori i controlli sistematici sui cittadini Ue in entrata e in uscita alle frontiere esterne, nell’ambito del programma di lotta ai foreign fighters.

La zona Schengen, com’è noto, è quella individuata e circoscritta dagli omonimi accordi, definiti tra l’85 e l’86  dagli stati della Comunità europea nella cittadina lussemburghese di Schengen. Ne fanno parte 22 Stati membri più Norvegia, Svizzera, Islannda e Liechtenstein. Dal 1995, dopo che da due anni erano cadute le frontiere tra gli Stati membri dell’Ue, in tale zona vige il principio della liberta circolazione dei cittadini dei Paesi che ne hanno parte: ad essi è concesso di viaggiare privi di passaporto.

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