Milleduecento posti di lavoro in meno.
Un super-piano di tagli al personale che coinvolgerà le filiali di tutto il mondo. Ad apprestarsi a perpetrare questo “genocidio” di lavoratori e Morgan Stanley, banca d’affari newyorkese. Lo riporta Cnbc, il canale all economy prodotto da Class Editori. E per MS non sarà certo un sacrificio indolore: comporterà, infatti, oneri per 150 milioni di dollari, mentre non è ancora stata indicata la quota di risparmi sui costi che si intende raggiungere.
Il taglio sarà pari a circa il 2% della forza lavoro totale nei settori del reddito fisso, delle materie prime e delle valute; riguarderà, insomma, i destini di dipendenti, trader (cioè specialisti delle transazioni) e personale di vendita. Ad essi debbono aggiungersi altri 470 impiegati nel settore del front office (le relazioni con il pubblico, in parole povere). Come i vertici dell’azienda auspicano, la brusca “cura dimagrante” porterà i settori da essa interessati a raggiungere le “giuste dimensioni del mercato”.
Quali le reazioni in Borsa a questa consistente manovra di ridimensionamento? Non positivissime, almeno stando alle prime ore: al Nyse (New York Stock Exchange, il n. 11 di Wall Street, per intenderci) il titolo ha subito una flessione dell’1,21% mentre era quotato a 34,26 dollari, diventando così maglia nera nelle contrattazioni relative al settore bancario, il cui trend negativo si è attestato su una media del -0,53%.
La Morgan Stanley nacque nel 1935 come banca commerciale. Nel 2008 si trasformò in holding bancaria, e cominciò così a raccogliere anche depositi a risparmio. Nel frattempo, da un anno, era diventata cinese per il 10%.