Suggerimenti.
Quelli che, a partire dallo scorso mese di marzo, il dipartimento della Giustizia dell’Amministrazione Obama ha inviato ai vari governi europei per una migliore e più efficace azione anti-terroristica. Lo ha rivelato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, che ha anche confermato che gli Usa stano collaborando attivamente con l’Ue anche sul fronte delle indagini contro il terrorismo Tra le “dritte” non mancano sostanziali consigli di modifica anche alla legislazione.
Particolare cura è dedicata al capitolo della genesi dei foreign fighters, i combattenti, quasi sempre giovani o giovanissimi, ma non sempre, che, spinti dall’irresistibile richiamo delle radici (sono perlopiù figli di immigrati islamici, ma, anche in questo caso, non sempre), abbandonano le loro patrie europee “adottive” per nutrire le file della Jihad. Si parla, naturalmente, non solo dell’Isis, ma di tutti gli altri gruppi e gruppuscoli che attualmente costituiscono la costellazione del terrorismo islamico nel Vicino e Medio Oriente.
Più nel dettaglio, per contrastare il fenomeno del dilagare degli emuli di Jihadi John, la “circolare” di Washington suggerisce di attuare quella che molti critici definirebbero una vera e propria limitazione delle libertà individuali: rendere, cioè, automaticamente un reato la pura e semplice intenzione, da parte dei cittadini, di recarsi a qualsiasi titolo, anche come volontari di Ong e cooperanti, nelle zone geografiche sotto il controllo del Califfato o in cui si avverta la sua presenza culturale e militare.
"I nostri partner europei possono fare di più nella lotta al’Isis”, ha dichiarato Earnest, soprattutto per ciò che riguarda la condivisione del lavoro di intelligence con gli Stati Uniti.