CINA – L'associazione internazionale non governativa Amnesty international, citando circa 40 avvocati intervistati, fa sapere che la polizia di uno dei paesi più popolosi al mondo, mette in pratica sistematicamente la tortura all’interno dei centri di detenzione.
Come si legge dal sito Afp (l'agenzia di stampa francese) i detenuti vengono picchiati, presi a calci e pugni e colpiti con scarpe o bottiglie piene d’acqua. Ma le pratiche non si arrestano qui visto che spesso ai prigionieri – perché forse come termine si addice di più – viene negato il sonno attraverso l’immobilizzazione in posizioni innaturali sulle così dette ‘sedie della tigre’. Tutto questo è comunque emerso dal rapporto di Amnesty International stilato ad una settimana dalla riunione del comitato antitortura in cui si valuterà l’applicazione dei diritti umani proprio in suolo cinese.
I dati raccolti dall’Ong sono quelli ricevuti ufficialmente dalla magistratura cinese che è in possesso di 1.321 segnalazioni da parte di avvocati difensori dei detenuti in un periodo compreso tra il 2008 e il 2015.
Di contro le condanne sono invece scarse visto che solo 279 funzionari di polizia penitenziaria sono stati condannati per il reato di tortura. "Per la polizia ottenere una confessione è il modo più semplice di assicurarsi una condanna", ha aggiunto l’organizzazione nel suo rapporto.
Dal lato opposto il governo cinese fa sapere di aver tentato di inserire misure straordinarie per ridurre le confessioni estorte dai detenuti. Infine il governo di Pechino lancia anche un’accusa proprio ad Amnesty International tacciandola di parzialità .