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Lufthansa, fermi 1000 voli per sciopero

Danno per oltre centomila passeggeri

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Il cielo è un po’ meno tedesco, e non solo sopra Berlino, da qualche giorno a questa parte.

Per la precisione da venerdì scorso, 7 novembre: e questo a causa di uno sciopero dei piloti e degli assistenti di volo della Lufthans, la compagnia aerea di bandiera teutonica. Uno sciopero che, stando a quanto scrive il Post (www.ilpost.it) il 9 novembre, potrebbe durare fino al prossimo weekend.

Intanto continua la falcidie dei voli: dai 290 cancellati nel giorno in cui i dipendenti hanno iniziato a incrociare le braccia si è passati ai 520 del sabato, per arrivare quindi ai quasi 1000 dell’inizio settimana, per la precisione “929”, come recita una nota ufficiale, quasi un terzo dei tremila in programma. Biblico disagio per qualcosa come centotredicimila passeggeri: si tratta, infatti, di voli continentali e intercontinentali che interessano una serie di scali tutt’altro che secondari. Parliamo, infatti, di Francoforte, Dusseldorf e Monaco di Baviera

Lo sciopero indetto a partire dallo scorso weekend è in realtà il punto terminale di una tensione tra dipendenti, con al fianco i loro rappresentanti sindacali, e dirigenti Lufthansa che si trascinava da più di un anno, più o meno dal maggio del 2014: motivo del contendere, il piano di pensionamento anticipato, ostativo, in realtà, di un’uscita dal lavoro anzitempo. L’azienda aveva messo sul tavolo queste condizioni: un trattamento pensionistico normale per chi avesse lasciato a 65 anni, che avrebbe così maturato il diritto di ricevere una pensione equivalente all’ultimo stipendio percepito;  e un trattamento “dimezzato”, invece, per chi avesse deciso di ritirarsi anticipatamente, a 55 anni (solo il 60% dello stipendio intero fino al compimento dei 65).

Questo perché, motivava la compagnia, gli stipendi Lufthansa sono già tra i più alti in Europa, e dunque dovrebbero essere da incentivo a lavorare fino al compimento della massima età; oltre a ciò, appariva anche necessario razionalizzare una spesa pensionistica che, portata troppo in là, avrebbe signiicato uscire dal mercato. Sulla questione una trattativa era stata intavolata nei primi mesi del 2015; a marzo, però, l’incidente del volo Germanwings fece arenare improvvisamente le trattative, dopodiché le due parti, a primavera ormai inoltrata e in estate, non si ritrovarono più.  Rebus sic stantibus, l’autunno caldo era più di una minaccia, e difatti si è verificato come nella peggiore delle ipotesi. 

È bene comunque aggiungere che le compagnie aeree minori di proprietà di Lufthansa, come German Wings, Brussels Airlines e SWISS, non sono state coinvolte dallo sciopero.

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