Benjamin Netanyahu: un falco più falco di Ariel Sharon, almeno sul terreno del revisionismo storico.
“I veri ispiratori dell’Olocausto furono gli arabi”. Congresso mondiale sionista di Gerusalemme, martedì 20 ottobre: parole che fanno rumore, quelle del premier ebreo, e non smetteranno di farne neppure nelle prossime settimane.
Chi conosce un po’ di storia della Germania nazista sa che erano tre i grandi nemici della società tedesca contro cui Adolf Hitler si prefiggeva di lottare, sin dai tempi del Mein Kampf: democratici, a suo modo di vedere responsabili del caos politico della Germania post-bellica; comunisti, pericolosi aspiranti emuli dei bolscevichi russi, ed ebrei, monopolisti di un immenso (e pericoloso) potere finanziario e commerciale.
Alla fine, furono proprio questi ultimi la categoria di nemici (non solo suoi, ma di tutta la nazione) su cui Hitler infierì maggiormente: con quel superbo progetto di genocidio etnico destinato a diventare “il genocidio” per eccellenza della storia moderna, e per il quale fu scomodato un termine di atichissima tradizione, Olocausto, un sacrificio fatto agli dei per i quali una o più bestie venivano bruciate interamente. Ma, a quanto pare – stando a quanto risulta a Netanyahu – fosse stato per Hitler (per le sue intenzioni di partenza), più che uno sterminio di massa, la sorte degli ebrei sarebbe stata un’espulsione di massa.
Se fossero stati espulsi, tuttavia, inevitabilmente gli ebrei si sarebbero riversati in Palestina. E a quei tempi (negli anni ’30) c’era un’autorità religiosa araba che si opponeva in modo categorico al ritorno nella “terra promessa” da parte dei figli d’Israele disseminati nell’Europa orientale: il Gran Muftì di Gerusalemme, Amin al-Husseini, che il destino volle che uscisse dalla carica proprio nel 1948, cioè nell’anno in cui fu fondato il moderno Stato di Israele.
Pur di evitare che gli ingombranti ebrei tornassero in Medio Oriente, ha affermato Netanyahu, al-Husseini (che era lo zio del futuro leader dell’Olp, Arafat) si spinse al punto di consigliare ad Hitler di sterminarli. Era il 28 novembre 1942: in un summit sarebbe stato proprio lui a passare al Führer il “bigliettino” con l’apocalittico suggerimento, soluzione finale. Ed era stato sempre lui a fornirgli delle armi, qualche anno prima, contro i sionisti. In effetti, non era certo un mistero, anche prima delle dichiarazioni del primo ministro israeliano, il fatto che il Gran Muftì avesse collaborato con i regimi totalitari nazifascisti in chiave anti-ebraica (favorì, ad esempio, il reclutamento di musulmani negli eserciti tedesco e italiano). Ma che potesse essere addirittura l’ispiratore segreto dell’Olocausto è davvero uno scoop, solo parzialmente ridimensionato dalla successiva dichiarazione di Netanyahu, fatta forse per correggere un po’ il tiro: “Il responsabile (materiale, ndr) del massacro degli ebrei resta comunque Hitler”.
“La responsabilità di tutto ricade unicamente sulle spalle dei tedeschi”, lo ha ripreso la cancelliera Angela Merkel. E se lo dice lei…