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Tunisia, via niqab dalle scuole

Decisione del ministro dell’Istruzione

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Tunisia: niente più velo integrale nelle scuole.

Il ministero dell’Istruzione venerdì 25 settembre ha diramato una direttiva precisa tesa ad emancipare le donne, quelle che stanno davanti e quelle che stanno dietro la cattedra, da una costrizione-tradizione che mal si concilia con lo spirito di una nazione araba laica. Come vorrebbe essere, appunto, la Tunisia.

Addio niqab, dunque: abolito, per decisione del ministro Néji Jalloul, l’ingombrante paludamento scuro che permette alle donne, giovani e adulte, di mostrare solo gli occhi e la parte superiore del naso. Volendo, si potrà optare per un khimar, un mantello lungo da abbinare a una hjiab, un foulard che copre i capelli ma non il viso, oppure per una mise ancor meno castigato.

Alla base della direttiva, secondo quanto scrive l’agenzia di stampa ufficiale, Misna,  ci sarebbe un episodio accaduto non molto tempo fa in una scuola nel governatorato di Medenine (siamo nella parte sudorientale del Paese): ad un’insegnante che aspirava ad essere assunta in quell’istituto, e che si era presentata con quell'abito, le autorità scolastiche hanno chiesto come prima cosa di mostrare il volto.

Il dibattito sull’abolizione del niqab a beneficio delle donne è iniziato in Tunisia sin dall’inizio del decennio. L’auspicio del ministro Jalloul, uno storico prestato alla politica che si è formato in Francia e che dunque può ben definirsi un filo-occidentale (ma non è certo l’unico, nel governo di cui fa parte), è quello che si parta dalla scuola per imporre la cancellazione di quell’indumento anche in tutti gii altri contesti sociali.

Del resto peggio del niqab, lo sanno bene le donne musulmane, c’è solo il burqa: coprente come il primo,  ma con in più una griglia che nasconde anche lo sguardo di chi lo porta.

  

 

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