Un’offerta da sado-esibizionisti richiede, naturalmente, un pubblico di sado-voyeuristi.
Poi ci sono parti sempre più larghe di Occidente che preferiscono, magari, coprirsi gli occhi e turarsi le orecchie, anche a scopo difensivo (tra esse si trova anche l’Italia), ma è fuor di dubbio che la chiave del successo dell’Isis, la sua acquisita leadership mondiale come forza del terrore, si basa proprio su una studiata serie di video-gesti tesi a sconvolgere, raccapricciare, inquietare. E,nonostante tutto il moralismo da trincea, dall’altra parte dello schermo ci sarà sempre qualcuno pronto a farsi impressionare, condizionare, turbare. Ma anche, com’è ovvio, a farsi attrarre dal fascino di una causa da eroi anti-occidentali.
L'8 settembre lo Stato Islamico, che sul campo si trova sempre più stretto, in Siria e in Iraq, tra droni e offensive peshmerga con la regia dei grandi nemici ponentini, è tornato a brillare sul campo dove da sempre si fa valere di più, quello della video-comunicazione online a tema morale-ricattatorio, evidente eredità al-qaedana.
La novità veramente sostanziale è l’ambientazione: il Califfato infatti “sconfina” in Afghanistan, ed è un militare afghano l’ennesima vittima sotto i riflettori degli al-baghdadiani, che non riescono più, come un tempo, a sbaragliare pletore di avversari in campo aperto, e si devono accontentare di regolarli singolarmente, sempre a seconda della ricchezza del "bottino umano" realizzato.
Questa volta e, appunto, per la prima volta, la vittima è un uomo delle forze di sicurezza di Kabul, ucciso tramite decapitazione: come a dire, cambia lo scenario, ma tutto il resto si mantiene conforme alla tradizione. La zona in cui il video è stato girato potrebbe essere la provincia di Khurasam, che è un territorio montuoso: questo, almeno, è quanto il sito Khaama Press afferma di poter evincere dalle parole del boia che compare nel filmato.